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La Campania, può diventare regione leader del Mediterraneo

L'agroalimentare Campano ha vissuto e sta tuttora vivendo una fase di profonda e radicale trasformazione, ma ha finalmente riconquistato un ruolo centrale nello sviluppo economico e sociale del Paese.
Cosi interviene il Consulente del Mipaf, Rosario Lopa,intervenendo, questo pomeriggio, alla chiusura degli stati generali dell’agricoltura campani all città dells scienza di Napoli. Quella che abbiamo oggi di fronte – continua l’eponente del Mipaf- è infatti una situazione profondamente mutata rispetto al passato: scrollatasi di dosso l'immagine di realtà marginale e sovvenzionata, ormai l'agricoltura si sta gradualmente affermando come un settore che non solo è capace di garantire la sicurezza alimentare e la tutela dell'ambiente, ma che è anche in grado di produrre occupazione e ricchezza nel Paese.
Un comparto in grande evoluzione che – pur tra perduranti incertezze – oggi scommette sul futuro, sapendo di poter contare su un più moderno assetto normativo e su nuovi strumenti operativi, capaci di garantire reali opportunità di sviluppo alle imprese. I risultati finora raggiunio lo testimoniano.
In cinque anni di lavoro sono state affrontate e sanate le emergenze, sia storiche che emergenti, che hanno interessato il comparto: dalle quote latte alla mucca pazza, dalle calamità naturali ai danni provocati dal recente crollo dei consumi a causa dell'influenza aviaria, che abbiamo fronteggiato con un piano mirato di aiuti destinati a salvare il settore. Molto è stato poi fatto per ridurre il costo del lavoro, per potenziare lo sviluppo delle filiere produttive, per difendere il reddito del settore attraverso il mantenimento del plafond comunitario nel contesto della Riforma della Pac. Numerosi sono stati inoltre gli interventi promossi al fine di difendere e valorizzare il Made in Italy: dalla lotta all'agropirateria alla promozione della nostra cultura alimentare nel mondo, fino al rafforzamento del ruolo italiano in ambito Ue, testimoniato anche dall'assegnazione a Parma dell'Authority per la sicurezza alimentare europea.
Altrettanto determinanti sono state le strategie messe in atto in materia di sicurezza e qualità dei prodotti, con l'approvazione di una nuova normativa sugli Ogm, l'etichettatura obbligatoria dei prodotti e il deciso sostegno alle produzioni tipiche e di qualità, che ci hanno consentito di conseguire la leadership europea sia in materia di indicazioni geografiche protette che di produzioni biologiche. Non solo. Si è operato con decisione anche per ammodernare il Ministero e per rendere più efficienti tutti gli strumenti al servizio delle aziende: riformando il Mipaf e gli enti vigilati, rendendo più facile e veloce l'accesso al credito, riordinando le figure professionali e creando le migliori condizioni assicurative per tutelare le imprese dai rischi dovuti alle calamità naturali.
La nostra rivoluzione- sottolinea Lopa- ha dunque consentito di restituire una precisa identità all'agricoltura italiana e campana, che oggi è pronta ad affrontare la sfida culturale decisiva: fronteggiare l'idea, molto diffusa nel mondo occidentale, secondo cui sarebbe inevitabile – e perfino auspicabile – giungere ad un progressivo smantellamento del sistema agricolo in Europa e, in genere, nei Paesi industrializzati.
L'agricoltura, si sostiene da più parti, non sarebbe più un'attività produttiva peculiare dell'Occidente industriale: meglio abbandonarla ai Paesi poveri. È vero, certo, che non tutta l'agricoltura nazionale potrà essere "traghettata nel futuro", perché una parte di essa è destinata a scomparire, ma questo tuttavia non è necessariamente un male: l'agricoltura che non sopravviverà, infatti, è quella non moderna, non competitiva, qualitativamente povera. Tutta la nostra attenzione e la nostra capacità di intervento devono invece essere concentrate su quella parte dell'agricoltura che lega la produzione alla qualità e alla tutela dell'ambiente, che è capace di restare sul mercato e di sostenere le sfide imposte dal nuovo contesto politico ed economico internazionale.
Che l'apertura dei mercati crei però dei disagi è naturale, successe persino duemila anni fa quando il vino spagnolo invase il mercato romano. I produttori del vino sabino andarono incontro a una grave crisi. Ieri come oggi, però, queste crisi si possono superare, con un'attenta progettualità.
Il Mediterraneo, infatti può e deve essere un bacino capace di portare i suoi prodotti in tutto il mondo, dove la regione può, ma lo deve essere ponte. Dobbiamo dunque aumentare la cooperazione a livello europeo, perché attraverso la regolazione e l'integrazione del mercato, le piccole realtà agricole possano crescere.
Un primo passo importante in questa direzione è stato il documento sulle crisi di mercato approvato durante il semestre italiano ora deve trovare piena attuazione.
Per la prima volta, con questa riforma, la politica agricola comune si pone il problema di far fronte alle crisi di mercato. Dietro le risorse nazionali si muoveranno così quelle comunitarie. Abbiamo chiesto che siano i Paesi Membri, all’inetrno della PAC, a stabilire la quota per avere un ammortizzatore economico.
Questa riforma europea, tra l'altro, trova pieno riscontro nel provvedimento recentemente approvato in Italia, che si trova a essere così in una posizione d'avanguardia rispetto al resto dell'Europa. Ma perché si possa realizzare questo piano generale di ripresa dell'agricoltura italiana, attraverso il 'green corridor' e l'apertura dei mercati, c'è bisogno di uno sforzo anche delle singole imprese nazionali.
Un aiuto arriverà certamente dalle Regioni, che certamente però da sole non ce la possono fare, come più volte segnalato dal ministro Alemanno.
Tocca ai produttori – ribadisce il Consulente del Mipaf- impegnarsi verso scelte di modernizzazione e di industrializzazione. Se le aziende rimarranno ancorate al passato non cresceranno, inevitabilmente toglieranno risorse, spostando l'attenzione pubblica su di esse a scapito della competitività.
Il decreto sulla regolazione del mercato, che ha anch'esso l'obiettivo di rendere più forti e competitive le aziende nazionali, potrà funzionare solo se sia le istituzioni sia il pubblico si muovono verso la strada dell'ammodernamento.
Per questo sarà necessario continuare a puntare sui punti di forza del nostro sistema agroalimentare – primi fra tutti l'alta qualità e la sicurezza dei prodotti – ma sarà anche importante rafforzare il sistema produttivo e distributivo della nostra regione, che per poter fronteggiare i pericoli insiti nei processi di globalizzazione deve sapersi imporre con adeguata forza contrattuale sui mercati internazionali. Infine, sarà opportuno guardare con rinnovata attenzione ai processi di diversificazione delle produzioni e delle attività agricole, che oggi rappresentano il vero futuro dell'agricoltura, e continuare a percorrere la strada della valorizzazione del Made in Italy, combattendo contro agropirateria e contraffazione e procedendo verso il pieno riconoscimento della tutela dei marchi collettivi.
In queste direzioni molta strada è già stata percorsa. Molto però è ancora possibile fare.
Il Mipaf ha lavorato in questi anni con decisione e convinzione per il sostegno e lo sviluppo del settore agricolo ed agroalimentare attraverso il rafforzamento strutturale delle imprese agricole ed ha affrontato con determinazione il tema delle ristrutturazioni delle filiere agroalimentari. In particolare il decreto legge sulle crisi di mercato che consente di erogare ai produttori in crisi la contribuzione economica per far fronte alla crisi.
Il Governo è pronto ad accettare la sfida del mercato globale e continuerà a compiere ogni sforzo per sostenere i suoi imprenditori.
Si tratta di prospettive ambiziose – conclude Lopa- eppure, grazie anche a ciò che è stato fatto finora, pienamente realizzabili. Mi auguro che ciò accada: che il futuro possa riservare all'comparto agricolo e agroalimentare campano e italiano nuovi successi e che si possa continuare , anche nei prossimi anni, il cambiamento che ha già profondamente cambiato il volto dell'agricoltura Campana e italiana.