La NASA all’Università di Padova
Sulle orme di Galileo Galilei
Venerdì 20 marzo una delegazione del Jet Propulsion Laboratory (NASA) visiterà l'ateneo patavino per incontrare gli studenti di Ingegneria Aerospaziale e Meccanica.
Gli scienziati americani saranno ospiti in Italia del Gruppo Ristoratori Bassanesi per l'inaugurazione della rassegna enogastronomica “Asparagi e Vespaiolo” a Bassano del Grappa. La Missione Phoenix su Marte ha accertato che il terreno del Pianeta Rosso non presenta cause ostative allo sviluppo di forme di vita vegetale, anzi sarebbe adatto agli asparagi!
Bassano del Grappa (Vicenza), 17 marzo 2009
Come in un cammino a ritroso sulle orme di Galileo Galilei, nell'Anno Internazionale dell'Astronomia una delegazione ufficiale della NASA, l'Agenzia Spaziale americana, visita il Centro Spaziale CISAS “G. Colombo” dell'Università di Padova. Venerdì 20 alle 11.15 nell'aula M1 del dipartimento di Ingegneria Meccanica di via Venezia, in un convegno aperto al pubblico, Barry G. Goldstein, responsabile del Jet Propulsion Laboratory per la recente missione su Marte “Phoenix Mars Lander”, incontrerà gli studenti di Ingegneria Aerospaziale e Meccanica. Il simposio è organizzato dal Prof. Francesco Angrilli, già direttore del CISAS. La delegazione USA è ospitata in Italia dal Gruppo Ristoratori Bassanesi, e giovedì parteciperà anche all'inaugurazione di “Asparagi e Vespaiolo” a Bassano del Grappa (Vicenza), rassegna enogastronomica che da marzo a giugno celebra l'Asparago Bianco di Bassano DOP.
Con Barry G. Goldstein, venerdì mattina, il tema trattato sarà naturalmente Marte. La sonda automatica “Phoenix”, atterrata nel 2008 sul Pianeta Rosso, ha accertato la presenza di acqua sul suolo di Marte e le similarità fra il terreno marziano e alcuni suoli terrestri, in particolare quelli adatti alla coltivazione di asparagi.
«Quello di Padova storicamente è stato il primo dottorato in Italia in discipline spaziali. E' nato più di 15 anni fa, con il nome di Dottorato in Scienze e Tecnologie Spaziali. Il Corso di laurea di Ingegneria Spaziale è sorto 8 anni fa, e nei cinque anni di corso abbiamo oggi circa 500 studenti. Statisticamente i nostri dottori trovano impiego per la maggior parte in centri di ricerca internazionali, si fanno onore in istituti di tutto il mondo», spiega Angrilli, professore ordinario di Misure Meccaniche e Termiche nell'Ateneo. «Circa l'esplorazione marziana l'Ateneo ha una lunga storia di partecipazioni a missioni spaziali», osserva Angrilli. «Abbiamo iniziato negli anni '90 con una prima partecipazione con scienziati russi, e gli strumenti che realizzammo – uno spettrometro a infrarossi e alcuni telescopi – vennero impiegati dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) nelle missioni Mars Express e Venus Express». In seguito vi sono state collaborazioni anche nella missione ASI-ESA-NASA “Cassini–Huygens” del 1997, per il sistema di Saturno, nella missione ESA “Rosetta” per lo studio delle comete e, attualmente, nel progetto ESA “Bepi-Colombo”, programma di esplorazione di Mercurio in fase avanzata di progettazione».
Venerdì, dopo l'intervento di Barry G. Goldstein ci sarà il tempo per gli studenti di rivolgere domande allo scienziato americano. Alle 12.15 è invece previsto l'intervento di Domiziano Boschi della SuperJet International: «Un'azienda a capitale italo-russo con grandi potenzialità di sviluppo, e di estremo interesse per i nostri ingegneri e dottorandi – conclude il docente universitario – la SuperJet si occuperà su scala mondiale dell’allestimento e della manutenzione dei nuovi aerei Sukhoi Superjet 100 in partnership con Alenia Aeronautica».
L'Università di Padova ospita inoltre, fino al 14 giugno, nello spazio Altinate, la mostra "Il futuro di Galileo. Scienza e tecnica dal Seicento al terzo millennio". Maggiori informazioni su: http://www.unipd.it/area_news/futuro_galileo.htm.
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La Missione Phoenix
Phoenix Mars Lander è una sonda automatica sviluppata dalla NASA per l'esplorazione del pianeta Marte, con l'obiettivo di studiare l'ambiente marziano per verificarne la possibilità di sostenere forme di vita microbiche e per accertare la presenza di acqua nell'ambiente. La sonda Phoenix è un programma sviluppato congiuntamente dal Lunar and Planetary Laboratory e dall'Università dell'Arizona, sotto la direzione del Jet Propulsion Laboratory (NASA). La sonda, dopo un viaggio nello spazio di 10 mesi, è atterrata su Marte il 25 maggio 2008 nei pressi della calotta polare settentrionale del pianeta, regione ricca di ghiaccio, dove ha prelevato tramite un braccio robot un campione di terreno. Le prime analisi chimiche condotte sul terriccio marziano hanno rivelato la presenza dei nutrienti minerali di cui le piante hanno bisogno per vivere: su Marte esistono le condizioni per la vita. La missione Phoenix è terminata a novembre 2008.
Barry G. Goldstein
Laureato in Matematica con Fisica come materia complementare nel 1981 all’Università del Colorado, Barry Goldstein ha diretto il progetto Phoenix dall’inizio dello sviluppo della sonda sino alla fine delle operazioni sulla superficie marziana. In precedenza aveva prestato servizio per il Mars Exploration Rover (MER) con la qualifica di vicedirettore del Sistema di Volo. Al JPL da 26 anni con vari altri incarichi ingegneristici, è tuttora vicedirettore della Divisione 34 (Sistemi Automatici). Ha conseguito un master in management alla Peter Drucker School del College di Claremont nel 2003 e nel 2004 è stato insignito dalla NASA di una medaglia per le eccezionali doti di leadership.
Asparagi e Vespaiolo
Da ventinove anni una compagine di maestri della buona tavola, che della preparazione del turione primaverile ha fatto allo stesso tempo una scienza ed una filosofia, si dedica alla manifestazione principe della propria attività professionale: la rassegna enogastronomica “A tavola con l’Asparago Bianco di Bassano – Asparagi e Vespaiolo”. La rassegna dedicata all'asparago celebra anche il più fedele dei suoi amici a tavola: il Vespaiolo, vino bianco fresco e caratteristico, autoctono ed esclusivo della zona di produzione a Denominazione di Origine Controllata di Breganze, di cui la sponda destra del Brenta costituisce proprio il confine orientale. Coltivato nelle asparagiaie disseminate lungo il medio corso del Brenta, là dove la ghiaia della Valsugana drena un terreno sciolto e leggero, ricco d’acqua e d’ossigeno ma assolutamente privo di ristagni, si narra che l'Asparago Bianco di Bassano sarebbe stato introdotto in zona niente meno che da Sant’Antonio, patrono della città di Padova.
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