L’Azienda ritira il suo olio OGM
"L'immediato ritiro dal mercato del primo e unico alimento Ogm commercializzato sugli scaffali dei supermercati nazionali conferma che per il biotech nel piatto non c'è spazio nei campi e neanche sulle tavole degli italiani".
E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare con soddisfazione la decisione dell'industria produttrice di ritirare dal mercato l'olio Ogm nelle versioni soia 100% e semi vari (soia e girasole), commercializzato con il marchio Giusto e imbottigliato dalla Casa Olearia Italiana spa a Monopoli (Bari) in Puglia, la regione leader in Europa nella produzione di olio di oliva extravergine con cinque denominazioni di origine riconosciute dall'Unione Europea.
Il mercato – sottolinea la Coldiretti -ha bocciato i cibi ogm grazie all'obbligo di indicare in etichetta la presenza di organismi geneticamente modificati (Ogm) che consente ai consumatori di fare scelte consapevoli.
Una scelta di civiltà per l'Unione Europea – continua la Coldiretti – entrata in vigore il 18 aprile scorso dei Regolamenti CE 1829/2003 e 1830/2003 relativi all'obbligo di etichettatura e tracciabilità degli alimenti geneticamente modificati (OGM).
A distanza di otto mesi dalle nuove norme nessun alimento Ogm risulta dunque commercializzato in Italia anche se dopo il tentativo fallito di introdurre l'olio di semi biotech, di origine non italiana, diviene ancora più necessario – consiglia la Coldiretti – guardare con attenzione le etichette dei prodotti acquistati dove deve essere obbligatoriamente indicata la presenza di organismi geneticamente modificati.
Gli italiani evidenziano una forte opposizione nei confronti dei cibi biotech come dimostra il fatto che secondo l'indagine 2004 Coldiretti-Ispo sono aumentati in un anno del 12% i consumatori che acquistano prodotti garantiti in etichetta come Ogm free anche perché il 68% degli italiani che esprime una opinione è convinto che i prodotti ogm non fanno bene alla salute, una percentuale che cresce per i laureati. Peraltro – conclude la Coldiretti – lo stesso 38° Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese del Censis ha messo in evidenza che a quasi 8 italiani su 10 la manipolazione e la contaminazione degli alimenti fa più paura delle epidemie, degli incidenti, della povertà, della perdita del lavoro e degli immigrati extracomunitari.
Fonte: Coldiretti