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Le emozioni sono collegate al nostro microbioma

I batteri dell'intestino che ci fanno andare in ansia
C'è un collegamento tra il microbiota e le regioni cerebrali dove hanno origine molte emozioni. Mettere in equilibrio i batteri che abitano il nostro organismo potrebbe essere la chiave per curarle

I batteri dell'intestino che ci fanno andare in ansia

RICEVERE un microbioma sano per curare l'ansia: potrebbe essere questa una delle prossime sfide della ricerca, perché per la prima volta si è visto che alcune regioni del nostro cervello, in particolare quelle legate alle emozioni, sono controllate dal microbiota intestinale – quell'insieme di microrganismi presenti nel nostro organismo – attraverso l'intervento di una classe di molecole biologiche, i miRna. È questa la chiave di volta dello studio pubblicato su Microbiome e condotto dai ricercatori dell'APC Microbiome Institute dell'University College Cork in Irlanda. Perché se finora era stato dimostrato un dialogo tra il cervello 'emotivo' e il microbiota, adesso i ricercatori irlandesi hanno trovato una connessione tangibile tra queste due entità: la molecola di Rna. "I microbi presenti nell’intestino – dichiara Gerard Clarke, uno degli autori dello studio – sembrano influenzare i miRna al livello dell’amigdala e della corteccia pre-frontale, regioni del sistema nervoso centrale che sono fortemente implicate nell’ansia e nella depressione".

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I risultati. Non siamo di certo di fronte a un assedio bellico da parte di questi microrganismi ma piuttosto di fronte alla prima evidenza scientifica che potrebbe iniziare a far luce sulle modalità con le quali agisce questa comunità ecologica che fin dalla nascita inizia a colonizzare il nostro corpo. Confrontando i miRna presenti nelle due regioni cerebrali (amigdala e corteccia pre-frontale) in topi normali e topi germ-free – cresciuti in condizioni di sterilità -, il team di ricerca ha individuato delle differenze nei tipi di miRna contenuti in questi due gruppi: 103 miRna differenti nell'amigdala e 31 miRna differenti nella corteccia pre-frontale. A comprovare e legittimare le differenze riscontrate ci sono poi da un lato il fatto che addizionando i microbi normalmente presenti nei topi in quelli germ-free, il profilo dei miRna di questo gruppo era simile a quello dei topi normali e poi il test di conferma opposto: il depauperimento del microbiota intestinale in topi normali, ottenuto in seguito al trattamento con opportuni antibiotici, ha modificato i livelli di miRna nelle due regioni cerebrali in modo simile ai topi germ-free.

Nuovi paradigmi terapeutici. Quello che hanno di promettente questi risultati riguarda non solo la sempre più reale possibilità di ‘decifrare’ il modus operandi di questi microrganismi, che peraltro rappresentano la maggior parte del materiale genetico contenuto nel nostro organismo, ma soprattutto un’alternativa alle canoniche strategie terapeutiche utilizzate per curare l’ansia: invece di puntare direttamente all’eliminazione di alcuni miRna presenti nel cervello, “la cura potrebbe essere mirata al microbioma intestinale” spiega Clarke, così da ottenere lo stesso risultato desiderato, in maniera più semplice.

Sara Pero
www.repubblica.it