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Le perle della Valle Camonica

Ricca di risorse naturali, artistiche e gastronomiche, un clima piacevole, una vegetazione lussureggiante ed ornamentale, ecco la Valle Camonica che si snoda come una collana di perle arricchita da un fermaglio la “rosa camusa”, simbolo della Lombardia, ispirata alle incisioni rupestri.
La cosa che al primo colpo d’occhio incanta è il paesaggio.
Si inizia dal lago d’Iseo che occupa il fondo di escavazione glaciale della valle. Dalle acque turchine si leva la verde Monte Isola, la più grande isola lacustre d’Italia. La presenza di ulivi, vigne e frutteti attesta la mitezza del clima e rende l’aria profumata.
I prati rallegrati dai fiori, le cime delle Alpi ricoperte di neve che fanno capolino dal culmine di spaziose valli rendono pittoresco il paesaggio. Per tutta la vallata si è accompagnati dal rumore dello scorrere del fiume Oglio, spesso impetuoso e canterino.
In un ambiente incontaminato delimitato dal Parco dello Stelvio e dell’Adamello, gli sports non sono solo neve. La valle offre innumerevoli opportunità, dal tennis all’equitazione, al golf, al rafting e kayak, scii estivo, tiro all’arco, trekking e molto altro per tutti i gusti. Il Lodge dell’E.U.F.F. e numerosi rifugi e agriturismi hanno permesso di creare splendidi itinerari di pesca dedicati non solo agli specialisti della “mosca”, ma anche agli appassionati di ambienti ittici di salmonidi autoctoni.
Non mancano i parchi e le piacevoli camminate nel verde che accompagnano a scoprire disegni rupestri e incisioni preistoriche che denunciano la presenza umana in queste valli fin dal VI millennio a.C. La Valle Camonica ospita una grande concentrazione di queste tracce . La vita preistorica coinvolge e le immagini, eseguite sulle rocce levigate dei ghiacciai, rappresentanti scene agricole e di caccia e riti propiziatori ci riportano alle nostre radici. Non può mancare una visita
all’Archeopark di Darfo Boario Terme dove si fa rivivere la preistoria. E’ stato realizzato dall’archeologo Ausilio Priuli al fine di rendere più comprensibile la vita delle genti preistoriche. Vi è annesso un Laboratorio Archeologico Didattico nel quale si possono ripetere i gesti dell’uomo del passato.
Visitando chiese dall’apparenza dimessa in paesini sperduti ci attendono grosse sorprese: statue dorate, altari sontuosi, decorazioni barocche inimmaginabili. Queste meraviglie hanno coltivato e sviluppato nella sensibilità delle genti un artigianato locale di intarsi in legno tuttora florido.
A Capodiponte, percorrendo una comoda stradina fra secolari castagneti, si arriva alla Pieve romanica di San Siro, patrimonio dell’Unesco, pietra miliare del romanico lombardo, risalente al secolo XI, XII edificata a strapiombo sull’Oglio. Vi si accede da uno straordinario portale strombato, interamente decorato a rilievo. La pieve è composta da tre absidi semi-cilindriche realizzate con blocchi di arenaria, il silenzio e l’atmosfera ovattata fanno nascere una gran pace nel cuore.
Grazie alla ricchezza della flora si possono assaporare raffinate grappe e liquori naturali a base di infusi di erbe, creme e confetture, sempre a base di erbe, che lasciano in gola un piacevole retrogusto. Si scoprono cose impensabili, ad esempio il vino la cui produzione, pur avendo subito un ritardo evolutivo, ora può vantare una ricca produzione: il Baldamì (nome dialettale del Marzemino) di colore rosso rubino e il Camunnorum di colore rosso intenso. Sono i vini della valle che sprigionano sentori di frutta matura, tannini molto fini e buona persistenza.
Il ronzare delle api ci porta ad assaporare il miele, al quale la varietà dei fiori regala mille gusti diversi. Il Consorzio della Castagna di Valle Canonica ha permesso il risanamento, il ricupero e la valorizzazione economica-produttiva dei castagneti creando un commercio che va dal liquore alle castagne, a torte e biscotti dal sapore raffinato.
La sintesi perfetta del territorio e la cultura contadina, vivace nella valle fin dai tempi remoti, continua a svilupparsi e ad arricchire la tavola di particolari formaggi fra cui il “Fatulì”, lavorato con latte di capra bionda affumicato alle bacche di ginepro e il “Furmài nòstrà”. Il comparto agricolo camuno vanta anche l’antica tradizione della preparazione dei prodotti carnei destinate a differenti lavorazioni, ma che sfociano sempre in ottimi salumi, tali da far venire l’acquolina in bocca.
Il territorio vanta importanti stazioni termali dalle preziose virtù terapeutiche le cui acque sono utili nelle malattie del fegato, delle vie biliari, dell’intestino, del rene e del ricambio.
Ecco come, dopo una cena raffinata presso il Ristorante San Marco di Ponte di Legno abbiamo goduto dell’ospitalità raccolta e signorile dell’Albergo Mirella sempre a Ponte di Legno. Siamo stati ospiti dell’Agriturismo di Castagnolo di Cimbergo di Cervino e del Bed & Breakfast Camuni di Pescarzo di Capodiponte gustando prodotti dai sapori genuini e invitanti ed abbiamo assaporato “polenta e cuz”, antichissimo piatto tradizionale, presso il ristorante Vivione di Berzo Demo.
Siamo riusciti a far nostre tutte queste ricchezze grazie all’organizzazione di un tour culturale e gastronomico condotto con grande professionalità dalla Associazione El Teler con sede a Berzo Demo. Il tour è terminato con la visita alla mostra allestita a Forno d’Allione “La Valle e i suoi prodotti – ai pè del Viviù” e un talk show “Valle Camonica: una montagna di cose buone” durante il quale le Autorità e il Dottor Riccardo Lagorio, coinvolgendo giornalisti, operatori di turismo enogastronomico e cultura agroalimentare ed Amministratori, hanno illustrato il loro progetto di sviluppo delle attività della valle. Il saggio intendimento delle Autorità ha previsto il coinvolgimento delle scolaresche, educandole a vedere con occhi nuovi la natura, e insegnando loro a conoscere le ricchezze che la Valle Camonica offre sia agli abitanti, sia ai turisti che la frequentano.
Questo coinvolgente e lungimirante progetto porterà ad affrontare non facili cambiamenti, ma sicuramente l’iniziativa, in un prossimo futuro, non potrà che dare alla valle importanti risorse.

Ines Roscio Pavia