Limone Costa d’Amalfi
Il termine limone proviene dall’arabo “limum”.
Frutto dell’albero omonimo, della famiglia Rutacee, sottofamiglia Auranzoide, gruppo degli agrumi, specie Citrus limonia, originaria dell’India e coltivata nelle zone a clima temperato.
La coltivazione del limone in costiera amalfitana ha prevalso col tempo su tutte le altre della zona, svolgendo un ruolo fondamentale per l’economia locale e anche per la caratterizzazione del paesaggio. La presenza del limone in questa splendida area a picco sul mare è documentata fin dall’XI secolo, quando, scoperta la sua efficacia nel combattere la carenza di vitamina C nell’organismo, la Repubblica di Amalfi decretò che a bordo delle navi ci fossero sempre provviste di tali frutti. Ciò incentivò l’impianto di limoneti tra il XII e il XIV secolo in spazi sempre più vasti del litorale e delle colline limitrofe. Al Seicento risalgono invece le prime testimonianze di un diffuso mercato di limoni, che progredì nei secoli successivi, a opera di commercianti provenienti da altre zone, che acquistavano la quasi totalità della merce.
Il limone, fortemente acidulo per la presenza di acido citrico, è usato quale condimento in sostituzione dell’aceto, o quale bevanda.
Favorisce le difese naturali dell’organismo e protegge la parete vascolare; ha una funzione disintossicante e depurativa per l’organismo, ma anche ipotensiva e antireumatica. In cucina, il limone può essere utilizzato per preparare spremute e succhi o per aromatizzare dolci, marmellate e bevande.
La polpa si utilizza anche in cosmesi per la preparazione di maschere per schiarire la pelle e di creme per ammorbidire le screpolature delle mani.
La tecnica tradizionale prevede la coltivazione delle piante sotto impalcature di legno di castagno su cui sono poste apposite coperture che riparano dalle avversità meteorologiche e ritardano la maturazione dei frutti.