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Lo sviluppo rurale nei Paesi UE
per gli anni 2007-2013

I Capi di stato e di Governo dell’UE hanno trovato recentemente un accordo politico in merito alla proposta della Commissione sui prossimi finanziamenti destinati allo sviluppo rurale per il periodo 2007-2013.
Il Commissario all’agricoltura Mariann Fischer-Boel nell'occasione, ha affermato che “questo accordo modernizza la nostra politica in materia di sviluppo rurale e fa di essa uno strumento fondamentale per creare occupazione e crescita nel settore agricolo, favorendo al tempo stesso lo sviluppo globale sostenibile.
La nuova politica svilupperà la competitività, stimolerà la diversificazione ed aumenterà la protezione dell’ambiente.
Il Consiglio dell’Agricoltura ha mostrato che, anche in circostanze politiche assai difficili, è capace di lavorare insieme in maniera costruttiva allo scopo di prendere decisioni importanti”.
Che cos’è lo sviluppo rurale?
In pratica con questo accordo (formalizzato in data 20 giugno) si è dunque dato corpo alla prossima politica di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013. Ma che cosa si intende esattamente con il termine “sviluppo rurale”?
Per capire questo è necessario rifarsi alla struttura stessa della Politica Agricola Comune (PAC).
Istituita sul finire degli anni ‘50, nel periodo immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale, in un momento dunque in cui tutta la società, compreso il mondo rurale, era stata fortemente colpita da anni di devastazioni, ed in cui anche i generi alimentari di base non potevano essere garantiti a tutta la popolazione, la PAC ha avuto sin dalle sue origini l’obiettivo principale di consentire all’Europa di essere autosufficiente da un punto di vista di provviste alimentari, sovvenzionando dunque gli agricoltori a produrre.
Già con gli anni ‘80, tuttavia, si inizia a dover ripensare le linee strategiche della PAC, a seguito anche del raggiungimento di un surplus di produzione nei generi alimentari di base rispetto alla domanda interna (raggiungimento dell’autosufficienza), che era stato proprio l’obiettivo fondamentale della PAC, ma anche per l’emergere di due fattori principali: una crescente sensibilità dei consumatori per i temi della qualità e della sicurezza alimentare, nonché del rispetto dell’ambiente e degli animali, ma anche una sempre maggiore concorrenza mondiale che minaccia il reddito e la sopravvivenza dell’agricoltura europea.
È da questa serie di considerazioni che prende origine la nuova PAC.
Già dal 2000 si riconosce che essa dovrà essere basata su due pilastri principali:
– il sostegno al reddito degli agricoltori, attraverso i cosiddetti “mercati”, e
– la politica di sviluppo rurale, volta invece a rendere l’agricoltura europea maggiormente competitiva e sostenibile, sia da un punto di vista ambientale sia sociale.
Bisogna ricordare, inoltre, che la politica di sviluppo rurale sta in questi ultimi anni assumendo un ruolo sempre più importante anche in chiave di raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, volti a rendere l’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva del mondo entro il 2010. Per capire l’importanza che il settore agricolo oggi ha nell’economia europea, basti ricordare che circa il 90% della superficie totale dell’UE a 25 è costituita da terreni agricoli, e che circa il 50% della popolazione vi risiede.
Gli occupati in tale settore nell’UE sono circa 16 milioni, mentre circa il 15% delle esportazioni comunitarie annuali sono prodotti agricoli.
Una politica di rilancio e di sviluppo della competitività e dell’occupazione in Europa, non può dunque prescindere dalla componente agricola: lo sviluppo rurale è dunque uno degli strumenti fondamentali anche per l’attuazione della strategia di Lisbona.

La politica di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013

Come sopra citato, dunque, con l’accordo del 20 giugno l’UE ha sostanzialmente dato il via libera ai nuovi orientamenti in materia, stabilendo a che cosa saranno indirizzati i circa 88 milioni di Euro che il prossimo bilancio UE destinerà a tale politica, per il tramite di un apposito fondo che verrà creato, denominato Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).
In concreto, allo scopo di promuovere uno sviluppo rurale sostenibile, l’intera azione comunitaria mirerà a realizzare principalmente i seguenti obiettivi:
– accrescere la competitività del settore agricolo e forestale promuovendone la ristrutturazione;
– valorizzare l’ambiente e lo spazio naturale sostenendo la gestione del territorio;
– migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche.
In rispetto al principio di partenariato, che da sempre ha ispirato la PAC dalla sua origine, anche in questo caso il sostegno dell’UE sarà coordinato a livello comunitario dalla Commissione europea, ma attuato a livello locale dagli Stati membri e dalle Regioni, in partnership con gli Enti Locali e le varie componenti locali del mondo agricolo.
In pratica i finanziamenti saranno allocati attraverso un meccanismo di programmazione concertata tra tutti questi soggetti.
Con l’accordo politico di questi giorni sono state fissate le Linee Generali che la politica di sviluppo rurale dovrà seguire.
Sulla base di queste, la Commissione definirà degli Orientamenti strategici validi su tutto il territorio dell’UE, che saranno approvati dal Consiglio e che tutti gli Stati membri dovranno tenere in considerazione per redigere i loro Piani Strategici Nazionali. Questi ultimi fisseranno gli obiettivi e le priorità specifiche che dovranno essere attuate a livello regionale attraverso dei Piani di Sviluppo Rurale, suddivisi in Misure, a che specificheranno in concreto che cosa potrà essere finanziato su un dato territorio.
Il singolo agricoltore dovrà dunque guardare alle Misure previste dal Piano di Sviluppo Rurale predisposto dalla sua Amministrazione Regionale competente per territorio, e presentare una richiesta di contributo, in genere a seguito dell’emissione di un apposito bando.
Ovviamente al momento non è possibile dire con certezza che cosa i singoli Piani di Sviluppo Rurale 2007-2013 prevederanno in ogni singola Regione. Pur tuttavia, sulla base delle Linee Generali su cui si è trovato l’accordo, è comunque possibile delineare un quadro generale, che sarà suscettibile di alcuni cambiamenti a livello locale, dovuti essenzialmente dalle specificità dei singoli territori interessati.
Gli obiettivi fissati, in pratica, dovranno essere realizzati sostenendo azioni in uno dei seguenti 4 Assi prioritari:
1) Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale: in questo ambito si finanzierà innanzi tutto il miglioramento del cosiddetto “capitale umano”, ossia tutti quegli interventi che comportano formazione e informazione degli operatori del settore agricolo, ma anche sostegno all’insediamento di giovani agricoltori. Oltre a questo saranno previsti degli incentivi per l’ammodernamento delle aziende agricole e di quelle agro-industriali, per renderle sempre più competitive da una parte, ma anche per consentire a queste di sviluppare i loro sistemi di qualità. Una specifica componente prevedrà inoltre un sostegno alla realizzazione di infrastrutture agricole adeguate, anche per far fronte a nuove necessità come ad esempio quella della gestione delle risorse idriche.
2) Gestione del territorio: componente in parte nuova per la PAC e reputata di fondamentale importanza, essa è volta a promuovere le cosiddette misure agro-ambientali, e cioè quelle azioni di sviluppo rurale che prevedono il rispetto ed il mantenimento degli habitat naturali e del paesaggio rurale europeo. In questa ottica, ed allo scopo di combattere l’abbandono dell’attività agricola in aree svantaggiate, verranno offerti sussidi per gli agricoltori delle aree montane o siti in luoghi protetti (come quelli delle zone Natura 2000), ma anche incentivi volti a sostenere tutti quegli investimenti non produttivi comportanti però un beneficio ambientale (imboschimento di superfci agricole, azioni per il benessere degli animali, ecc.).
3) Diversificazione dell’economia rurale e qualità di vita nelle zone rurali: allo scopo di sostenerne il reddito, si cercherà di sovvenzionare lo sviluppo delle cosiddette “fonti alternative di reddito” per gli agricoltori europei. Verrà così finanziata la realizzazione di attività agrituristiche, lo sviluppo di microimprese o di piccole botteghe artigiane, ma anche azioni per favorire l’attrattività turistica delle zone rurali (costruzione di impati sportivi, rinnovo di villaggi e siti di interesse storico, ecc.). Si finanzierà, inoltre, la creazione di servizi essenziali per la popolazione delle zone rurali, allo scopo di aumentare la qualità di vita di tali aree.
4) Leader +: in questo caso, in linea con quanto previsto dall’attuale iniziativa comunitaria Leader +, si finanzierà delle strategie di sviluppo locale proposte da entità territoriali, i cosiddetti Gruppi di Azione Locale (GAL), ossia entità aventi personalità giudica che raggruppano su un determinato territorio (in genre a livello provinciale) i soggetti rappresentativi dei vari settori socio-economici.
Allo scopo di affrontare problematiche specifiche di aree particolari, i GAL presenteranno dei propri piani, che se approvati, saranno finanziati anch’essi dal FEASR.
Come sopra ricordato, per realizzare tali obiettivi, l’UE intende stanziare circa 88 milioni di Euro.

Fonte: SanPaoloImpresa.com