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L’opinione degli italiani sull’Unione Europea

Lo affermano i risultati di un'indagine Eurispes svolta tra gli italiani.
«L’Unione Monetaria e la Costituzione europea – dichiara il Presidente dell’Eurispes, Prof. Gian Maria Fara – sembrano essere entrati in maniera stabile nella quotidianità e nell’immaginario dei cittadini italiani. A tre anni dall’ingresso della nuova moneta e a poco più di sei mesi dall’introduzione della nuova carta costituzionale – prosegue Fara –l'opinione generale si presenta, per certi aspetti, consapevole e matura nei confronti dei temi riguardanti l’integrazione economica e sociale a livello comunitario. Tuttavia – conclude il Presidente dell’Eurispes – sono presenti sentimenti di critica e di delusione, soprattutto per la paura che l’Italia non possa avere un peso sufficientemente rilevante all’interno dello scacchiere europeo, ma anche per l’influenza negativa prodotta dal periodo economico particolarmente sfavorevole che sta attraversando il Vecchio Continente».
Questo è quanto emerge dai primi risultati dell’indagine sull’opinione degli italiani in rapporto al processo di integrazione europea, condotta dall’Eurispes, tra il 25 novembre e il 2 dicembre 2004.
Un’anticipazione dei risultati del sondaggio (la cui versione integrale sarà contenuta nel Rapporto Italia 2005) è stata illustrata dal Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, questa mattina nell’ambito del convegno “L’Europa che vogliamo”, organizzato dall’Associazione politico-culturale Comunità a Roma (Sala della Colonne-Palazzo Marini, Via Poli, 19)
Giovani italiani, poco fiduciosi nell’Unione Europea. L’ottimismo e la fiducia nei confronti dell’integrazione europea sono i sentimenti predominanti, sia in senso assoluto (tre intervistati su quattro sono ottimisti o fiduciosi nei confronti del processo di unificazione), che considerando le singole fasce di età.
La visione ottimistica tende comunque a ridursi tra i giovani, e soprattutto nella classe 18-24 anni, all’interno della quale soltanto il 32% degli intervistati si dichiara ottimista e il 37% fiducioso.
L’analisi delle macro aree territoriali evidenzia maggiore ottimismo nel Sud e nelle Isole, mentre nel Nord-est solo il 15,2% degli intervistati si mostra particolarmente favorevole a tale prospettiva.
I giudizi positivi sembrano in qualche modo correlati con il livello di istruzione e la posizione professionale.
Il sentimento favorevole e ottimistico cresce di quasi il 13% passando dai possessori di licenza media ai laureati. Gli operai e i disoccupati hanno minore fiducia, mentre gli impiegati, gli imprenditori, gli studenti e i dirigenti mostrano maggiore ottimismo verso l’integrazione.
Turchia e Russia: l’opinione degli italiani all’ingresso nell’Unione. L’indagine, inoltre, ha inteso verificare l’atteggiamento di apertura degli intervistati in merito alla prospettiva di un ulteriore allargamento dell’Unione a Turchia e Russia.
Dai dati è possibile osservare come i favorevoli (34,2%) all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea siano più numerosi rispetto a coloro che giudicano tale evento in modo negativo (28,5%), sebbene il 37,3% risulta essere indifferente.
Maggiore consenso viene registrato per l’ingresso della Russia nell’Unione europea con il 42,5% degli intervistati favorevoli. Il 20,3% esprime un parere negativo. Mentre il 37,2% si mostra indifferente.
Approvazione della Costituzione europea: italiani poco consapevoli, ma ottimisti per il futuro. Un’ampia quota di intervistati, il 62,4% del campione, è al corrente dell’avvenuta approvazione della Costituzione europea (18 giugno 2004), una percentuale che scende però tra le classi di età giovanili. Infatti il 50% dei giovani tra i 18 e i 24 anni e il 59,1% di quelli appartenenti alla fascia 25-34 sa che nel giugno 2004 è stata approvata la Carta costituzionale europea. Inoltre, dall’indagine, è emerso che soltanto un intervistato su tre (il 31,7% del totale) conosce il numero esatto degli attuali paesi membri della comunità (25). Disaggregando ulteriormente il dato per fascia di età, si rileva come soltanto il 18% degli intervistati fra i 18 e i 24 anni abbia risposto correttamente alla domanda.
In merito poi all’impatto derivante dall’approvazione della Costituzione Europea, è possibile rilevare come il 74,4% dei cittadini abbia dichiarato che essa porterà benefici a tutti i paesi dell’Unione. D’altra parte, tale percentuale di ottimisti scende al 62,6% per quanto riguarda i possibili benefici che potrebbero ricadere sul nostro Paese.
Italia e Unione Europea: un rapporto poco vantaggioso. Agli intervistati è stato richiesto il livello di condivisione di alcune affermazioni riguardanti il rapporto tra l’Italia e l’Unione europea. Il 36% degli intervistati, ritiene che gli interessi italiani si difendono al meglio agendo in comune attraverso l’Unione europea, mentre il 26,1% condivide l’affermazione secondo cui un buon legame con l’Unione europea è necessario ma poco vantaggioso. Soltanto il 15,6% considera che l’Unione europea stia creando più problemi che vantaggi.
Disaggregando ulteriormente il dato per professione dell’intervistato è opportuno sottolineare che il 56,5% degli imprenditori ritiene che gli interessi italiani si difendono al meglio agendo in comune attraverso l’Unione europea, mentre soltanto il 24,5% degli studenti, il 34,6% dei pensionati e 13,2% degli operai condivide tale affermazione.
Nuova moneta: l’impresa vale la spesa? La nuova moneta è entrata stabilmente nella quotidianità d’uso degli italiani. I principali elementi di positività attribuiti all’euro sono: la capacità di rendere stabile e forte la moneta (70,3%), spingere le imprese italiane ad essere più competitive (60,3%) e rendere l’Europa una forza economica alla stregua degli Stati Uniti (58,9%).
Esiste inoltre un atteggiamento positivo da parte dei cittadini rispetto ad alcune conseguenze portate dall’integrazione come: sviluppo della conoscenza, della ricerca e del progresso scientifico (77,5%); maggiore autorevolezza dell’Europa rispetto al resto del mondo (72,2%); migliore difesa dei diritti (68,4%); più efficace lotta contro il crimine (52,6%).
Critici invece gli italiani per quanto riguarda la creazione di nuovi posti di lavoro: il 60% dei cittadini ritiene infatti che il processo di integrazione non abbia contribuito a rendere migliore la situazione. Ancora più alta la percentuale, ben il 65,6%, di coloro che ritengono che tale processo non ha portato ad un miglioramento in termini di prosperità economica e benessere sociale.
Chi conta in Europa? Il peso assunto dall’Italia all’interno dell’Unione europea sembra ancora insufficiente: infatti, più della metà dei cittadini, il 54,3%, ritiene che il nostro Paese abbia un ruolo poco o per nulla rilevante, contro il 15,5% che gli attribuisce un ruolo autorevole.
Ulteriore elemento di negatività emerso dall’indagine è relativo alle istituzioni preposte ad indirizzare le decisioni comunitarie. Infatti, quasi un intervistato su due considera elementi fondamentali o le lobby economiche (26,1%) o la burocrazia europea (23,4%), mentre solo il 16,2% indica le istituzioni comunitarie quali strumenti fondamentali di decisione.
I valori dell’Europa. Secondo gli intervistati, i valori e gli elementi su cui si dovrebbe fondare principalmente l’Unione europea sono: l’uguaglianza (18,2%), la libertà (17,5%), la famiglia (16,5%), la cultura (16,4%), il credo religioso (10,8%) ed infine la tradizione(10,7%).