L’Ue fornisca regolechiare: lo chiede il Consorzio del Grana padano
Consorzio Grana Padano: Da Ue servono regole chiare su trasparenzaHa grande responsabilità, cambi il passo e tuteli la qualità.
"Il falso Made in Italy alimentare, in Italia e all'estero, vale decine di miliardi". Per indicare la gravità del problema, basta citare pochi 'casi' spesso sottovalutati: oltre il 40% del grattugiato in Italia (Grana Padano o Parmigiano Reggiano) è fatto con latte e formaggio straniero; molti pezzi di formaggio denominati 'Gran' con a seguito un aggettivo foneticamente italiano, sono provenienti da Paesi dell'est europeo. A questo punto servono da parte dell'Europa "regole chiare e perentorie". Lo ha denunciato Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Tutela Grana Padano, fatto nel corso di un incontro sul futuro dell'agroalimentare al Meeting di Cl a Rimini. Secondo i dati raccolti dal Consorzio, nei primi sei mesi del 2011 il consumo di Grana si è ridotto dell'1,5% in Italia (è previsto un recupero entro fine anno), ma è cresciuto dell'8% nel resto del mondo. "Senza trasparenza – ha detto Berni – la qualità è minata e la quantità è pericolosa. Regole chiare e perentorie in materia non possono più attendere. La UE cambi il passo se vuole dare un buon futuro all'agroalimentare, non solo italiano". "Secondo le nostre stime – ha spiegato – se fossero debellate le sempre più numerose imitazioni, il dato relativo al nostro export, nel 2010 pari a circa 720 milioni di euro, potrebbe raddoppiare. Danni gravissimi, non solo per i nostri operatori, ma per tutto il made in Italy e, più in generale, per i consumatori". "L'Europa – ha aggiunto – ha una grande responsabilità in tal senso anche perché non ci consente di applicare una norma precisa in materia che il Parlamento italiano ha recentemente approvato a larghissima maggioranza". Una mancanza, ha aggiunto "che si unisce alla resistenza UE verso la richiesta di poter programmare i volumi produttivi dei prodotti DOP, come fanno colossi da svariati miliardi di euro di fatturato quali il gruppo Lactalis Parmalat, che decide le quantità annuali per ogni referenza da proporre sul mercato, senza che nessuno batta ciglio, anche in fatto di concorrenza".