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L’Ue in difesa della biodiversità

Commissione UE: nuova strategia per arrestare la perdita di biodiversita' entro i prossimi dieci anni

La Commissione UE, il 3 maggio scorso, ha presentato una nuova strategia per proteggere e migliorare lo stato della biodiversità in Europa nel prossimo decennio. La strategia prevede sei obiettivi che, incentrati sui principali fattori responsabili della perdita di biodiversità, ridurranno in certa misura la pressione che questi esercitano sulla natura e sugli ecosistemi nel territorio dell'Unione Europea, vincolando le principali politiche settoriali a obiettivi relativi alla biodiversità.

Sono contemplati anche aspetti della biodiversità con portata mondiale, in modo che l’UE contribuisca a contrastare la perdita di biodiversità che avviene nelle varie parti del pianeta. La strategia è in linea con gli impegni assunti dall’UE l’anno scorso a Nagoya, in Giappone.

Il commissario europeo responsabile per l’ambiente, Janez Potočnik, ha dichiarato: "Noi esseri umani, oltre fare parte integrante della biodiversità, dipendiamo da essa per procurarci cibo, acqua e aria pulite, e un clima stabile. È il nostro capitale naturale, che stiamo spendendo troppo in fretta – e tutti noi sappiamo cosa accade quando ci indebitiamo al di là delle nostre possibilità. Dovremmo tutti riconoscere la gravità della situazione e l’incapacità finora dimostrata di risolvere il problema. È giunto il momento di impegnarsi molto più a fondo. Sono certo che questo nuovo approccio multisettoriale ci metterà sulla giusta strada per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2020".

In Europa la biodiversità è a un punto critico, con l’estinzione delle specie che aumenta a ritmi mai registrati prima. Il degrado di molti ecosistemi ha raggiunto un’entità tale per cui essi non sono più in grado di fornire l’ampia gamma di servizi da cui dipendiamo: dall’aria e acqua pulite, all’impollinazione delle colture, alla protezione dalle inondazioni. Tale degrado si traduce in enormi perdite socioeconomiche per l’UE. Si stima, ad esempio, che l’impollinazione ad opera degli insetti – che risulta in netto calo in Europa – abbia nella sola UE un valore economico di 15 miliardi di euro all’anno! La situazione non è meno preoccupante a livello mondiale.

La strategia adottata prevede sei obiettivi prioritari e azioni d’accompagnamento per ridurre in modo sostanziale le minacce che incombono sulla biodiversità. Tra le azioni si annoverano:

Piena attuazione della normativa vigente in materia di protezione della natura e della rete di riserve naturali, onde apportare ingenti migliorie allo stato di conservazione di habitat e specie;
Migliorare e ripristinare gli ecosistemi e i servizi ecosistemici laddove possibile, in particolare aumentando l’uso delle infrastrutture verdi;
Garantire la sostenibilità delle attività agricole e forestali;
Salvaguardare e proteggere gli stock ittici dell’Ue;
Contenere le specie invasive, sempre più spesso causa della perdita di biodiversità nell’UE;
Aumentare il contributo dell’UE all’azione concertata internazionale per scongiurare la perdita di biodiversità.

La strategia è in linea con due grandi impegni assunti dai dirigenti europei nel marzo del 2010, ossia porre fine alla perdita di biodiversità nell’UE entro il 2020 e proteggere la biodiversità e i servizi ecosistemici dell’UE, attribuirvi un valore e ripristinarli entro il 2050. Va anche di pari passo con gli impegni internazionali assunti a Nagoya nell’ottobre del 2010, nell’ambito della convenzione sulla diversità biologica, in occasione della quale i leader mondiali hanno adottato una serie di misure per far fronte alla biodiversità a livello mondiale nei prossimi dieci anni.

Parte integrante della strategia Europa 2020, la strategia sulla biodiversità contribuirà a far sì che l’UE raggiunga non solo gli obiettivi che si è data in fatto di efficienza delle risorse, garantendo una gestione sostenibile del proprio capitale naturale, ma anche quelli in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ai medesimi, migliorando la resilienza degli ecosistemi e i servizi da essi forniti.

Fonte: www.aiol.it