…ma il Parma e il San Daniele andrebbero subito esauriti
“Consumando dieci fettine a testa all’anno i cinesi farebbero esaurire completamente l’intera produzione annuale di prosciutti di Parma e di San Daniele, pari a circa 12 milioni di pezzi. E’ quanto stima la Coldiretti in riferimento all’annuncio da parte del ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro del via libera all'export in Cina per i prosciutti made in Italy dopo anni di difficoltà. “Al superamento degli ostacoli amministrativi deve fare seguito lo sviluppo di relazioni commerciali che consentano ai nostri prodotti di raggiungere il numero crescente di consumatori cinesi che risiedono nelle grandi città e che hanno le disponibilità economiche sufficienti ad acquistare prodotti italiani di qualità”, è quanto ha affermato il presidente Paolo Bedoni che, con una delegazione della Coldiretti, si trova in Cina per una serie di incontri con esponenti economici e istituzionali in occasione dell’inaugurazione a Shangai del Salone dell’agroalimentare italiano Vinitaly-Cibus 2006. Fare leva sui peccati di gola e sulle tentazioni della moda è il miglior modo per conquistare il grande mercato della Cina poiché – precisa la Coldiretti – al 39% dei cinesi l'Italia fa venire in mente i capi d'abbigliamento, seguiti da cibo e vini tipici (31%), dal calcio (31%) e dai luoghi più belli del nostro Paese (19%), secondo una ricerca Leonardo-ICE-Piepoli. Ma i due settori del Made in Italy più apprezzati sono anche quelli più soggetti al rischio di una concorrenza “sleale” fondata su prodotti di imitazione a basso costo e per questo – conclude la Coldiretti – serve un impegno per l’etichettatura di origine di alimenti, scarpe e tessile, la difesa dalle falsificazione e il riconoscimento dei prodotti a denominazioni di origine nel Wto per garantire un commercio trasparente e impedire inaccettabili casi di contraffazione.