Marche
La Designazione di Indicazione Geografica Protetta è stata concessa al prodotto Olio Extra Vergine di oliva delle Marche in quanto questo gode di una reputazione antichissima che si è mantenuta fino ai giorni nostri. I riferimenti storici più antichi si riferiscono infatti all’olio “di Marca” o “de Marchia” che negli ultimi due secoli ha acquisito la declinazione plurale di olio “Marche” riferita al nome della Regione che compare definitivamente nel decreto di annessione allo Stato italiano del 1860.
Troviamo menzione dell’olio Marche e della sua qualità già nel periodo delle Signorie. Infatti, nel 1228 le navi marchigiane che approdavano sulla riva del Po a Ferrara dovevano pagare un pedaggio, “il ripatico”, consistente in 25 libbre di olio al quale veniva conferito un valore superiore a quello di altre regioni. Poco più di un secolo più tardi, troviamo nei documenti che l’olio Marche veniva venduto anche ai commercianti fiorentini. Infatti, nel 1347 i lanaioli di Firenze importarono dalle Marche ben 2500 orci di olio di oliva. Pratica questa che continuò fino alla metà del 1600.
Questa antichissima reputazione è restata immutata nel corso dei secoli e oggi, più che mai, l’olio Marche viene ricercato e apprezzato in virtù delle sue caratteristiche.
Questa elevata reputazione dell’olio Marche deriva senza dubbio dalle sue caratteristiche qualitative dovute a un insieme di fattori: pedoclimatici, tecnologici e socio-economici. Infatti è un prodotto riconoscibile, dal colore giallo-verde, dal fruttato tendenzialmente medio o medio-intenso. Nel complesso è un olio molto aromatico ed equilibrato nelle sensazioni gustative. La specificità del prodotto non presenta sensibili variazioni tra le diverse aree olivicole delle Marche in quanto la zona di produzione è abbastanza omogenea e va sottolineato che, alla produzione dell’olio “Marche”, concorrono in massima parte varietà autoctone che si sono selezionate e radicate nel corso dei secoli.
La regione Marche è la regione adriatica più a nord in cui l’olivo rappresenta la principale coltura arborea. Ciò influisce sull’unicità del prodotto caratterizzato da una fluidità riconducibile alla minore sintesi dell’acidi grassi saturi, quali palmitico e linoleico, rispetto all’acido oleico e altri acidi insaturi. Tale composizione acidica lo avvicina più agli oli del Garda e della Liguria quali zone limite per la presenza della olivicoltura ed alla conseguente insaturazione della sostanza grassa date le condizioni climatiche semicontinentali. Le temperature, tendenzialmente poco elevate, favoriscono inoltre la presenza dei polifenoli il cui contenuto è il più alto tra tutte le denominazioni italiane registrate (42 DOP e 1 IGP). Ad arricchire ulteriormente il profilo sensoriale dell’olio con sentori peculiari (erba, mandorla, carciofo), contribuiscono le varietà locali che nel corso dei secoli si sono adattate all’ambiente marchigiano. Ulteriore elemento di specificità dell’olio Marche è il livello di acidità massima (0,4%) che è il più basso in assoluto tra le denominazioni registrate.
Fonte: http://www.apcassam.it/