Napoli deve riavere la sua produzione di
pomodori San Marzano
Salvare il pomodoro San Marzano, grazie agli americani.
E' proprio quello che il Cnr sta facendo, per far si' che uno dei prodotti del made in Italy piu' noti al mondo, non sparisca per sempre. Artefice dell'operazione e' un gruppo di genetisti coadiuvato da agronomi e agricoltori diretto da Luigi Del Giudice, ricercatore dell'Istituto di Genetica e Biofisica del Cnr di Napoli. In pratica si tratta di unire due dna di solanacee di diverse specie, per dar vita ad un nuovo pomodoro piu' ricco, piu' resistente e naturalmente piu' buono.
Certo, questo e' difficile, ma non tutti sanno che il vero San Marzano e' in grave pericolo; le produzioni infatti sono crollate del 30% negli ultimi 5 anni a causa di tre diversi ceppi di virosi.
Il matrimonio genetico riparatore verra' dunque 'consumato' in un campo a Mercato San Severino in provincia di Salerno -zona particolarmente resistente alla virosi- tra i semi del San Marzano e del black tomato (Bt) tipico della California originario della Russia, dal colore rosso scuro che tende al marrone, attualmente coltivato anche in Ucraina, Siberia, Regno Unito, Spagna e Sicilia (in serra).
Il risultato, secondo i ricercatori, dara' vita ad un unico seme di un 'superpomodoro' dalle qualita' eccezionali salutistiche e non solo.
''La prima fase del nostro lavoro – spiega Del Giudice – riguarda la verifica della compatibilita' sessuale tra le due specie, in cui si seguiranno le indicazioni della genetica classica che prevede l'incrocio, anche reciproco tra i due pomodori''.
In pratica si passera' all'inserimento del polline nel pistillo, ovvero delle cellule germinali maschili del Bt in quelle femminili del S.Marzano.
Nel caso di incompatibilita', il metodo piu' avanzato sara' la fusione cellulare.
"Personalmente – afferma il genetista molecolare – sono contrario a qualsiasi trasformazione genetica cha preveda l'introduzione di geni estranei da un pomodoro all'altro, anche se si tratta di un'operazione meno in invasiva in quanto sono due membri della stessa famiglia delle solanacee".
Una volta andata a buon fine questa operazione, verranno selezionati i caratteri fenotipici piu' interessanti, primo tra tutti la resistenza alla virosi.
Se vent'anni fa la Campania era leader indiscussa nella produzione del pomodoro San Marzano detenendo il 35% del mercato nazionale, oggi, a causa dell'elevata sensibilita' della pianta alle virosi, la percentuale e' crollata al 3%.
Solo nel 2001 la raccolta in tutte le regioni meridionali era calata del 16% e del 12% la superficie coltivata.
Da qui l'interesse del Cnr per mettere a punto una soluzione scientificamente valida. Un pomodoro piu' forte dunque, ma anche piu' buono. Si' perche', come conferma anche Rocco De Prisco ricercatore dello stesso istituto coinvolto in questo progetto per gli aspetti salutistici, il nuovo pomodoro sara' piu' ricco di vitamina C, di licopene e facilitera' la circolazione del sangue grazie ad un dosaggio piu' elevato di particolari molecole.
I conti con De Prisco, sono presto fatti. Mentre il San Marzano contiene 24 milligrammi di vitamina C, il Bt tra i 41 e i 43 mg; stessa cosa per il licopene e per le proprieta' antiossidanti, dove gli Usa battono l'Italia per 90 a 81. E non solo, perche' sono in corso studi sull'azione anticancro del Bt, il quale avrebbe una capacita' inibitoria sulla crescita di cellule tumorali dell'81%. Ma gli effetti benefici non finiscono qui: alcune tartarughe delle Galapagos nutrite con questo pomodoro hanno confermato un notevole aumento della loro capacita' sessuale.
Fonte: Ansa