Nella “Notte dei Falò” anche musica mediterranea
Durante la Notte dei Falò, che si terrà a Nusco (Avellino) il 12 gennaio 2008 vi sarà anche musica della tradizione mediterranea: Africa, Grecia, Puglia, Sicilia, Calabria, Basilicata e Campania nella notte più attesa dell'anno.
Alle ore 16 l’esibizione degli Sbandieratori di Cava che accompagneranno l’accensione del primo falò. A seguire spettacoli col fuoco del gruppo “MateriaViva” e il via alla grande festa in uno dei cento borghi più belli d’Italia, illuminato a giorno dal fuoco dei falò, in una cornice di musica della tradizione del Mediterraneo ed enogastronomia di qualità.
Gli Sbandieratori di Cava de’ Tirreni, i giochi di fuoco dei “MateriaViva”, la musica greca, africana, siciliana, calabrese, pugliese, lucana, napoletana e, naturalmente irpina: le sonorità mediterranee faranno da cornice all’antichissima Notte dei Falò, in programma a Nusco – uno dei cento borghi più belli d’Italia – sabato 12 gennaio.
Ad arricchire l’evento – che si ripete da quasi quattro secoli – sarà anche la cucina della tradizione, oltre ai tanti spettacoli – dai giocolieri ai mangiafuoco fino ai maestri dell’arte circense – che animeranno i vicoli dello splendido centro storico irpino.
L’importante manifestazione – promossa dal Comune di Nusco in collaborazione con la Comunità Montana Terminio Cervialto, il Parco Regionale dei Monti Picentini e la Provincia di Avellino – si aprirà alle ore 16 di sabato 12 gennaio con la suggestiva esibizione degli Sbandieratori di Cava de’ Tirreni, che terminerà alle ore 17 con l’accensione dei primo falò da parte del sindaco Giuseppe Del Giudice, rito accompagnato dall’esplosione dei fuochi pirotecnici, che illuminano a giorno l’intero centro storico. Per ogni via del borgo a seguire sarà acceso un grande falò, preparato con cura dagli abitanti della zona, che passano le giornate precedenti a raccogliere la legna e preparare l’evento.
Subito dopo sarà di scena il gruppo “MateriaViva”, con artisti che si esibiranno in danze acrobatiche, teatro, teatro di strada, arti circensi e giochi col fuoco.
Con l’accensione di tutti i falò, l’intero borgo si animerà con l’apertura degli stand gastronomici, che offriranno ai visitatori – migliaia ogni anno – le specialità irpine preparate secondo le ricette dell’antica tradizione: salsicce alla brace, castagne sul fuoco, cecaluccoli (i tipici cavatelli), maccaronara, lagane (tipo tradizionale di pasta) e fagioli, carne alla brace, formaggi, tartufi e naturalmente i pregiati vini della zona, dall’Aglianico al Taurasi Docg.
La cornice sarà quella della musica del Mediterraneo. Attesa l’esibizione dall’Africa dei “KonKoBa”, gruppo di percussionisti tradizionali seneguineano, con i loro ritmi più autentici dell’universo delle tradizioni africane, che porteranno in scena una carrellata di ritmi dalla Guinea, dal Mali e dalla Casamance, in un suggestivo viaggio tra danze, canti e musiche. Porteranno invece la pizzica salentina gli “Arsura”, mentre dalla Calabria saranno di scena i “Vottafuoco”. La musica napoletana sarà rappresentata dal duo mandolino e chitarra, mentre la tarantella montemaranese di “Achille e il suo complesso” animerà i vicoli nuscani. E ancora, nel centro storico s’incontreranno gruppi provenienti dalla Sicilia, dalla Grecia, dalla Basilicata e da varie zone della Campania.
Un vero e proprio viaggio, quindi, nella musica etnica del Mediterraneo, che farà da cornice al fuoco dei tanti falò che saranno accesi nel borgo. Tra i momenti clou dell’edizione 2008 della Notte dei Falò di Nusco un posto spetta di sicuro alla gastronomia di qualità. Presso il Seminario Arcivescovile, infatti, lo chef Antonio Pisaniello, uno degli interpreti più fini della cucina reduce da diversi successi internazionali, farà rivivere i sapori ed i gusti della tradizione contadina. Il suo sarà un florilegio dei piatti d’Irpinia, della cucina semplice ma capace di conquistare anche i palati più esigenti.
La Notte dei Falò nasce come rito propiziatorio nel XVII secolo. E’ la Festa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e della comunità contadina. I primi falò venivano accesi per scacciare la peste, che nel 1656 solo a Nusco fece registrare ben 1200 vittime. In tutto il Regno di Napoli, alla fine del XVII secolo, veniva distribuito il pane di Sant’Antonio, preparato con la parte più pura del grasso di un maiale in tenera età. Si trattava di una sorta di unguento per curare l’infezione da Herpes Zoster, detto il “fuoco di Sant’Antonio”. I falò venivano quindi accesi per purificare i luoghi ma anche i corpi, invocando le virtù taumaturgiche di Sant’Antonio.
Per la notte più importante dell’anno si attendono anche per questa edizione migliaia di visitatori, per un evento di rara emozione che, da Santa Croce fino al punto più alto del borgo, illumina uno dei cento centri storici più belli d’Italia.
Comunicto stampa
Diana Cataldo
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