Nestlé bersagliata dalle critiche: opera ancora in Russia
È polemica sulla scelta del colosso alimentare di continuare i suoi affari in Russia.
«Come datore di lavoro siamo responsabili dei nostri oltre 7’000 dipendenti nella Federazione», si giustifica la multinazionale.
ZURIGO – Il gigante alimentare Nestlé, che continua a operare in Russia, è oggetto di richieste di boicottaggio sui social network. E spuntano come funghi le immagini parodistiche che accusano il gruppo di sostenere tacitamente l’azione di Vladimir Putin, per non aver dato seguito alla richiesta del primo ministro ucraino di cessare ogni attività nel paese dell’orso. La multinazionale si difende, facendo presente che agisce per proteggere il suo personale.
L’hashtag “#boycottnestle” si è diffuso a macchia d’olio su Twitter. Viene ad esempio preso di mira il logo dell’impresa: nel nido degli uccellini vengono disegnate le bombe. Oppure fa la sua comparsa la Z, l’insegna delle truppe russe coinvolte nell’operazione militare in Ucraina. Altre immagini dipingono Nestlé come “sponsor ufficiale” dell’invasione russa, con foto di ospedali bombardati sullo fondo. E il tutto attira moltissimi commenti.
Le accuse fanno eco a dichiarazioni di alcuni membri del governo ucraino. «Ho parlato con il Ceo di Nestlé Mark Schneider degli effetti collaterali del rimanere sul mercato russo. Sfortunatamente non mostra alcuna comprensione. Pagare tasse che vanno nel bilancio di un paese terrorista equivale a uccidere bambini e madri indifese», ha scritto ieri il primo ministro Denis Shmigal sul suo account Twitter, aggiungendo che spera che Nestlé cambi presto idea.
Poche ore dopo, è stato Dmytro Kuleba, ministro degli esteri dell’Ucraina, a esprimermi su Twitter. «Rifiutando di smettere di fare affari in Russia, Nestlé sta permettendo alla guerra di aggressione della Russia in Europa di continuare. Il danno a lungo termine alla reputazione dell’azienda è commisurato alla scala dei crimini di guerra russi in Ucraina (enorme)».
Nestlé non entra nella polemica. «Consideriamo le conversazioni con le autorità governative come private», indica all’agenzia Awp una portavoce della multinazionale con sede a Vevey (VD). «Come datore di lavoro siamo responsabili dei nostri oltre 7’000 dipendenti in Russia», ha aggiunto. «Ci rattristerebbe molto se i nostri colleghi dovessero passare sotto la dipendenza di altri. Questo spiega la nostra decisione».
L’11 marzo Nestlé ha annunciato la sospensione delle consegne di alcuni prodotti in Russia, tra cui Nespresso. La decisione, tuttavia, fa delle eccezioni per i beni di prima necessità come gli alimenti per bambini e i cereali. Stando a Bloomberg, nel 2021 Nestlé ha realizzato un fatturato di 1,7 miliardi di franchi in Russia, ovvero circa il 2% del totale.
In borsa il titolo Nestlé oggi ha aperto in ribasso frazionale, per poi recuperare. Nel pomeriggio saliva di oltre l’1%, mostrandosi fra i più dinamici del listino SMI. Dall’inizio dell’anno l’azione ha perso il 6%, mentre sull’arco di un anno la performance è del +17%.
Fonte: tvsvizzera.it