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No ai piatti con l’etichettatura

Una proposta legislativa europea vuole estendere anche alla ristorazione l’obbligo di elencare gli ingredienti come avviene per i prodotti alimentari preconfezionati.

Piatti serviti al ristorante con tanto di etichettatura: è quel che potrebbe accadere se passasse Lo sottolinea la Fipe-Confcommercio (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) che ribadisce l’importanza di “ridurre anche in Italia l’Iva sulla ristorazione” per non perdere competitività con gli altri Paesi europei.
Se la proposta europea diventasse norma “i menu, unico strumento per un ristoratore dove poter fornire le indicazioni – sottolinea la Fipe – diventerebbero delle enciclopedie e andrebbero stampati quasi quotidianamente alla minima variazione anche di un solo ingrediente”. Secondo il direttore generale Edi Sommariva, “i ristoratori si troverebbero in grande difficoltà ad osservare la legge per non vedersi comminare sanzioni, oppure sarebbero costretti a fare uso di pietanze preconfezionate a scapito della tanto osannata e rispettata tipicità degli alimenti. L’imposizione di un’etichettatura sui piatti porterà, infatti, ad un’offerta di gastronomia sempre più omogenea e dipendente dall’industria alimentare”.
Dopo la Francia, anche Regno Unito, Repubblica Ceca e Belgio si stanno preparando ad abbassare l’imposta sui prezzi al consumo in ristoranti, bar e altri pubblici esercizi. Per la Fipe, i provvedimenti suscitano le preoccupazioni degli operatori italiani della ristorazione, che temono una perdita di competitività da parte del settore, se il Governo non adotterà misure analoghe abbassando l’Iva anche in Italia. Se la proposta dovesse andare in porto come è avvenuto per la Francia, dove dal primo luglio l’Iva passerà dal 19,6 al 5,5%, la diminuzione più forte, avverrebbe in Belgio, in cui l’imposta scenderebbe dal 21 al 6%. Nella Repubblica Ceca si passerebbe dal 19 al 9% e in Gran Bretagna dal 17,5 al 15%. La richiesta avanzata da Sommariva, è dunque quella di “applicare per la nostra ristorazione l’aliquota più bassa prevista dal nostro sistema tributario, cioé il 4%, per non perdere competitività rispetto ai Paesi nostri concorrenti”.