No alla produzione di yogurt con latte in polvere
Manzato: basta con gli attentati "legali" ai nostri agricoltori e al loro reddito.
Venezia, settembre 2011
“Ringrazio gli on. Callegari e Fogliatto, e con loro, ai parlamentari che hanno impedito che venisse legalizzata anche da noi la produzione di Yogurt con latte in polvere. Li ringrazio come assessore regionale all’agricoltura, ma mi faccio interprete anche dei nostri produttori agricoli la cui qualità e il cui reddito avrebbe ricevuto un ulteriore duro colpo. E mi sento di dire grazie anche per conto dei consumatori, proprio alla vigilia del loro Festival Nazionale a Treviso, tenuti all’oscuro dell’operazione e di tanti altri ‘misfatti’ agroalimentari e non solo”. L’assessore regionale all’agricoltura del Veneto Franco Manzato è soddisfatto per il risultato ottenuto: il blocco in commissione parlamentare della possibilità di alterare la tradizionale preparazione dello Yogurt in Italia: “aggiungo anche che dovremmo informare i consumatori, scrivendolo chiaro in etichetta, circa gli yogurt prodotti all’estero fatti con latte in polvere. Non ci sono problemi sanitari, ma chiarire questa informazione dà più libertà a chi compra”.
“Dobbiamo constatare peraltro che, ancora una volta, gruppi di pressione economica tentano di far legalizzare soluzioni che servono solo a creare utili ma compromettono l’immagine del made in Italy, che è una ricchezza per il Paese. Ma più in generale – ha affermato Manzato – siamo stufi che il futuro dei nostri produttori agricoli e il loro reddito debbano dipendere da motivazioni extra agricole. Siamo stufi che si attenti alla tipicità del made in Italy dentro e fuori i confini nazionali. Siamo stufi che i consumatori vengano tenuti all’oscuro di quanto si vorrebbe decidere o si è deciso sulle loro spalle, a loro insaputa e nelle loro tasche. Vogliamo semplicemente che venga tutelata la nostra qualità –ha detto ancora l’assessore – che tutto avvenga alla luce del sole e che di tutto si dia puntuale informazione ai cittadini, chiarendo in etichetta ogni equivoco, compresa la destinazione degli alimenti che entrano nel nostro Paese”.
“A questo proposito, visto che stiamo parlando di latte in polvere – ha concluso l’assessore – ribadisco la necessità che quello ad uso zootecnico venga ‘tracciato’ con coloranti, se non altro per evitare truffe fiscali. Finora la proposta non ha trovato accoglimento e, siccome ‘omnia munda mundis’, c’è da pensare ad una cattiva volontà”.