Padelle antiaderenti nocive alla salute?
«Buttare le padelle antiaderenti graffiate».
È il parere di Luigi Ambrosio dell'Istituto dei Materiali Compositi e Biomedici del CNR commentando la richiesta dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente (EPA) degli Stati Uniti rivolta a 8 aziende di eliminare l'acido Perfluoroctanico (PFOA), un composto potenzialmente dannoso dalla produzione di padelle antiaderenti, come quelle rivestite in teflon.
La decisione è avvenuta dopo studi che hanno provato la presenza della sostanza nel sangue della maggior parte degli americani e studi su topi che hanno evidenziato che il PFOA provoca danni nel loro fegato e nell'apparato riproduttivo.
«Prima di esprimere un giudizio – ha affermato Ambrosio – dovrei esaminare il modo in cui sono stati condotti gli studi che hanno determinato la decisione dell'Agenzia americana». Perchè se l'acido Perfluoroctanico è tossico se considerato singolarmente potrebbe essere innocuo dopo il processo che porta alla produzione del materiale antiaderente noto come teflon. «Bisogna considerare anche in che condizioni sono le padelle quando si cucina – aggiunge – è meglio non graffiarle e, se avviene, sarebbe meglio non utilizzarle. D'altronde anche le case produttrici consigliano di non usare al loro interno corpi che potrebbero raschiare il rivestimento».
Riguardo al teflon, «si tratta di uno dei materiali meno reattivi, ed è considerato innocuo dal momento che viene utilizzato per creare protesi vascolari». Dello stesso parere Cosimo Carfagna, direttore dell'Istituto di chimica e tecnologia dei polimeri del CNR: «il teflon è un polimero noto per la sua scarsa reattività, tendenzialmente innocuo, viene usato come pellicole su alcuni giunti meccanici perchè non crea forze di attrito». «E bisogna capire in che condizioni – ha concluso Carfagna – vengono utilizzate queste pentole, ad esempio, se a temperature molto alte».
E' ufficiale la notizia della messa la bando negli Usa del teflon. Ma anche in Europa non siamo esenti dalla contaminazione dal composto chimico.
E' presente infatti non solo nelle padelle ma anche nei tessuti da abbigliamento e da arredamento, oltre che come componenti di farmaci, schiume antincendio, lubrificanti, adesivi, cosmetici, insetticidi, rivestimenti per tappeti e mobilio".
Lo sostiene il WWF in una nota.
L'associazione aveva già denunciato la pericolosità della sostanza attraverso la campagna Detox/Svélenati e l'urgenza di adottare una normativa che regoli la presenza delle sostanze chimiche in prodotti di uso quotidiano.
"Chiediamo quindi al Parlamento Europeo – si legge nella nota – che venga adottato e consolidato il regolamento europeo, ancora in discussione, noto come REACH (Registrazione, Valutazione e Autorizzazione delle Sostanze chimiche), che imporrebbe finalmente ai produttori e agli importatori di diffondere informazioni certe sulle circa 30.000 sostanze chimiche che circolano ogni anno in Europa e sostituire gli agenti chimici nocivi con alternative più sicure".
Ma il pericolo, secondo il WWF, non si chiama solo Teflon. "Sono migliaia le sostanze chimiche dannose, lo ha dimostrato il WWF che a partire dal 2003, nell'ambito della campagna internazionale DETOX, ha portato avanti numerose indagini che dimostrano come alcune sostanze chimiche artificiali siano presenti nel sangue di ognuno di noi.
Nel 2005 il WWF ha effettuato un biomonitoraggio ricercando 107 inquinanti chimici nel sangue di tre generazioni (nonna, madre e figlio/a) di 13 famiglie provenienti da 12 paesi europei. In tutti i casi, le indagini, pur non avendo pretese epidemiologiche ma condotte con assoluto rigore, hanno mostrato come le persone siano contaminate, in forme diverse, da un cocktail di agenti chimici artificiali persistenti, bioaccumulabili e tossici. Tra le sostanze indagate erano presenti 8 composti perfluorinati (PFC) tra cui l'acido perfluoroctanico (PFOA), utilizzato per realizzare il teflon.
Su 39 individui indagati 37 presentavano nel loro sangue questi “nuovi” contaminanti, rinvenuti con maggiore frequenza e a più alte concentrazioni nella generazione dei giovani.
I composto perfluorinati (PFC), tra cui PFOA e PFOS, hanno un grado di persistenza estremo, non ci sono prove che si dissolvano completamente. Ne sono state trovate tracce negli animali, negli uomini e negli ecosistemi di ogni parte del mondo.
La loro tossicità sembra collegata ad interferenze nel trasporto e nel metabolismo dei grassi all'interno delle cellule.
Esperimenti di laboratorio hanno mostrato effetti quali riduzione della memoria, difficoltà di apprendimento, ritardi nell'accrescimento e nello sviluppo, riduzione dei riflessi e della sopravvivenza neonatale, alterazioni del sistema endocrino e sono cancerogeni.
Queste ricerche hanno lo scopo di sottolineare all'opinione pubblica il problema relativo alla diffusa contaminazione dell'uomo e dell'ambiente da parte di agenti chimici.
La campagna Detox/Svelenati mira a stimolare la discussione perché venga approvato e adottato il regolamento REACH".
Fonti: Corriere della Sera e Vita.it