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Parma, patrimonio Unesco per creatività nel cibo

Con meno di 200mila abitanti è la capitale dell'Italian food valley.

Vediamo perché ora è protetta a livello internazionale.
Parma è entrata nel Network UNESCO delle Città Creative come capitale dell’Italian Food Valley.

La cittadina emiliana di meno di 200mila abitanti è stata ritenuta a livello internazionale degna di protezione da parte dell’Unesco perché custodisce tradizione e prelibatezza al 100% italiane, grazie alle sue aziende e ai suoi prodotti agricoli-alimentari.

Il Creative Cities Network (CCN) promosso da UNESCO è stato creato nel 2004 per promuovere la cooperazione con e tra le città che hanno individuato la creatività come fattore strategico per lo sviluppo urbano sostenibile: l’obiettivo comune è fare della creatività e delle industrie culturali la base di piani di sviluppo locale e globale, attraverso collaborazioni attive a livello internazionale.

La Rete Unesco provvede a rafforzare la creazione, la produzione, la distribuzione e la diffusione di attività culturali, beni e servizi; sviluppare centri di creatività e innovazione e ampliare le opportunità per i creatori e i professionisti del settore culturale; migliorare l’accesso e la partecipazione alla vita culturale, in particolare per i gruppi e gli individui emarginati o vulnerabili; integrare pienamente la cultura e la creatività nei piani di sviluppo sostenibile.

Ad oggi il Network è composto da 116 città, di cui 18 Città Creative della Gastronomia. Parma è stata designata Città Creativa per la Gastronomia nel dicembre 2015. Presupposto dell’innovazione è la creatività che nella definizione di Henri Poincaré vuol dire “unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili”: fare sistema a livello locale è quindi il presupposto per fare rete a livello internazionale. La vocazione alimentare del territorio parmense è storicamente determinata e determinante: la concomitanza territoriale e culturale ha permesso nei secoli non solo l’elaborazione di prodotti tipici di eccellenza, tra cui il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma, correlati tra loro da una filiera sinergica e sostenibile, ma anche lo sviluppo di un sapere industriale e di tecnologie per la conservazione degli alimenti, nonché la formazione di una vera e propria cultura del cibo. Da sempre la gastronomia si pone nel territorio come motore di sviluppo commerciale e industriale: fin dall’epoca romana, la vocazione al commercio di Parma è legata alla sua posizione strategica di crocevia, favorita anche dalla vicinanza del fiume Po; questa vocazione è strettamente connessa allo sviluppo di tecniche di conservazione e di un sapere agroindustriale. L’agro-alimentare vede rappresentata a Parma e nel suo territorio l’intera filiera: prodotti tipici e i loro consorzi di tutela, ristoranti e chef rinomati e stellati, accademici della cucina italiana, musei del cibo, ricerca e sicurezza, industrie agro-alimentari, progetti culturali e formativi, rassegne e manifestazioni fieristiche internazionali, nazionali e locali. Parma è al centro dell’EmiliaRomagna, la food valley italiana.

La città di Parma non è solo gastronomia: Parma è un sistema integrato e sinergico di cibo, di cultura, di arte e musica. Parma ha dato i natali a Giuseppe Verdi. A Parma è legato anche Arturo Toscanini. Parma ha importanti tradizioni anche nelle arti grafiche (Gianbattista Bodoni), nel cinema e nella prosa; Parma è inoltre sede di musei e di biblioteche di rilievo nazionale e internazionale. A Parma si possono ammirare gli affreschi del Correggio e del Parmigianino.

Parma è quindi città-ambasciatrice della regione Emilia Romagna definita “Italy’s greatest gastronomic treausure” dalla rivista statunitense Forbes e trasmette i valori del Made in Italy agroalimentare espressi dalla Dieta Mediterranea (Patrimonio immateriale dell’Umanità UNESCO), promuovendo gli elementi fondanti della cultura alimentare mediterranea intesi come il rispetto della tradizione, la tutela del territorio e la conservazione della biodiversità.

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