Passeggiando tra i cibi del mondo
Curiosità dal Salone del Gusto e Terra Madre.
Quest’anno, per la prima volta, il Salone del Gusto e Terra Madre sono una cosa sola: un unico grande evento, completamente aperto al pubblico, che si svolge dal 25 al 29 ottobre 2012 a Torino (Lingotto Fiere e Oval), organizzato da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, in collaborazione con Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Dove trovare la magia del più grande evento dedicato al cibo di qualità del mondo? Nel melting pot di diversità e umanità che si riunisce appuntamento a Torino fino a lunedì 29 ottobre. Il Salone del Gusto, da questa edizione evento unico insieme a Terra Madre, non è soltanto cibo, o meglio, non consiste solo nell’alchimia dei gusti, dei sapori, degli aromi. Molto del senso di questo crocevia internazionale e della filosofia del buono, pulito e giusto sta nelle mani dei produttori, nel sorriso e nelle rughe dei contadini, nel brusìo delle chiacchiere dei visitatori di tutto il mondo a spasso per gli stand.
Cercare di individuare qualche filo in questo gomitolo di umanità diventa la tentazione più seducente. Le occasioni sono moltissime per i visitatori del Salone da ogni angolo del globo, così capita di vedere eleganti signore giapponesi avvolte nel loro kimono indecise di fronte alle vetrine dei salumi piemontesi; ma anche donne con gli sgargianti costumi tipici dell’africa subsahariana chiacchierare con i produttori di riso rosso del Bhutan, e signore e signori di tutta Europa che si interrogano su quale dei numerosi tipi di miglio indiano scegliere per le proprie ricette.
Imperdibile per tutti un salto all’Honey Bar dell’Oval, dove si possono assaggiare le varietà di miele più rare da ognuno dei cinque continenti, presentate dagli stessi apicoltori. Uno degli strumenti più efficaci per orientarsi in una varietà che a volte rischia di confondere è il lavoro dei Personal Shopper. Ognuno di questi ragazzi, preparati dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha incontrato i produttori e visitato ogni azienda per poter guidare i visitatori in tour a tema. L’alternativa è navigare a vista, o meglio, a gusto, in un mare di sapori e tradizioni.
Non mancano le curiosità tra le bancarelle del Mercato, come il warana nativo del Sateré-Mawé, una straordinaria bacca coltivata da secoli dalle tribù indigene nella regione amazzonica utilizzata nelle bevande, per aromatizzare cioccolato, biscotti, caramelle o sciroppi, la ricarica ideale per affrontare un bel giro intorno agli stand. O ancora il cicotto di Grutti, piccolo borgo medioevale della campagna umbra: orecchie, zampetti, stinco, lingua, trippe e altre interiora, nulla viene sprecato in questo nuovo Presidio Slow Food. Tutte le parti del maiale, di solito ingiustamente sottovalutate, si mettono nel forno esattamente sotto la porchetta, in modo da raccoglierne il grasso, e speziate. Dopo nove-dodici ore si ottiene un insieme di carni morbido e succoso, un “fratello della porchetta” meno conosciuto ma non per questo meno gustoso.
Per i meno tradizionalisti c’è il libanese kechek el fouqara, un “formaggio” senza latte a base di grano fermentato in acqua e sale marino. Ricetta antica che affonda le sue radici in tempi in cui i contadini più poveri non potevano permettersi una capra per produrre un “vero” formaggio. E per chi invece non resiste alle novità (anche quelle più azzardate) c’è la birra spalmabile nata da un’idea di Pietro Napoleone della Cioccolateria Napoleone di Rieti, in collaborazione con Claudio Lorenzini del Birrificio Alta Quota di Cittareale (Ri). Un prodotto dal sapore e dall’aroma intensi, perfetto con crostini e formaggi, ma anche, perché no, come originale farcitura o guarnizione di dolci e torte.
Chi va alla ricerca dei veri peccati di gola, trova la siciliana cuddrireddra, gustoso dolce prodotto a Delia (Cl) dalla particolare forma di corona, preparato ancora con la tradizionale ricetta, in omaggio alle castellane residenti nella rocca del paese nel 1200. E che dire del miele da bere? Prodotto dal polacco Maciej Jaros, ha origini antiche e una ricetta particolare: viene fatto fermentare insieme ad alcune erbe locali e acqua, per essere poi travasato in bottiglie di ceramica fatte a mano e invecchiato per un tempo minimo di quattro anni fino a un massimo di venti anni.
Una volta sazi si può pensare di partecipare a una cena del Monferrato Circus, con i suoi giocolieri e trapezisti, fumare un sigaro preparato sul posto dalle ragazze della manifattura, arrotolando le foglie di tabacco inumidite con poche stille d’acqua, in abbinamento a distillati toscani, oppure visitare lo stand di una delle numerose iniziative sociali come quella dell’associazione calabrese Donne in cammino, che attraverso il cibo e le produzioni artigianali educano e ispirano la società per rendere migliore non soltanto il cibo, ma anche e soprattutto la vita.
Grazie all’applicazione SGTM si possono ricercare tutti gli espositori ed eventi a seconda dell’area geografica, del settore merceologico o dell’area tematica.
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