Penisola Sorrentina
La zona di produzione e di lavorazione delle olive per ottenere l’olio della Penisola Sorrentina, comprende per intero i territori di 12 comuni della Penisola Sorrentina e dei Monti Lattari, l’isola di Capri e parte del comune di Castellammare di Stabia.
L’olio extravergine di oliva “Penisola Sorrentina” si ottiene dalla molitura delle olive Ogliarola o Minucciola, per non meno del 65%; Rotondella, Frantoio o Leccino, in misura non superiore al 35%. E’ ammessa la presenza di altre varietà per un massimo del 20%.
In considerazione delle peculiarità della zona il Disciplinare prevede che le tecniche di coltivazione degli oliveti siano solo quelle tradizionali della Penisola sorrentina e, comunque tali da assicurare la produzione di oli di elevato pregio e fortemente caratterizzati.
La produzione massima di olive non deve superare i 90 q.li/ettaro e la resa delle olive non può superare il 20%.
Negli oliveti, collocati su arditi terrazzamenti degradanti verso il mare, le olive devono essere raccolte rigorosamente a mano; è autorizzato solo l’ausilio di mezzi meccanici, come scuotitori e pettini vibranti.
Per essere ammesse alla produzione di olio DOP le olive devono essere sane, immuni da lesioni o schiacciamento, non imbrattate da terra.
La raccolta deve essere effettuata entro e non oltre il 31 dicembre di ogni anno.
Le olive vanno conservate in cassette forate dalla capacità massima di 25 kg e molite entro e non oltre il secondo giorno della raccolta.
Per l’estrazione dell’olio sono ammessi soltanto processi meccanici e fisici che preservino il più fedelmente le caratteristiche di qualità del frutto.
L’olio della Penisola Sorrentina alla vista appare di un bel colore giallo paglierino carico con riflessi verdognoli;
Il sapore è dolce e fruttato, con fini e piacevoli note di erbe aromatiche (rosmarino e menta).
L’acidità non può superare il valore di 0,80%.
Le operazioni di oleificazione devono avvenire nell’interno della zona di produzione delle olive.
La coltivazione dell’olivo in Penisola Sorrentina risale a tempi molto antichi. Il territorio circostante l’attuale Punta Campanella era denominato Capo Minerva, perché consacrato al culto della dea della Sapienza, cui i Focesi, coloni greci, eressero un tempio, meta di pellegrinaggi.
Lungo il percorso intensa era la coltivazione dell’olivo, destinato alla produzione di oli, che i pellegrini acquistavano per farne offerta alla divinità ritenuta dagli antichi inventrice delle olive e dell’olio (“oleaeque Minerva inventrix” – Virgilio).
Nell’intera Penisola sono stati rinvenuti resti di santuari minori dedicati a Minerva, con recipienti utilizzati per l’offerta dell’olio.
Le particolari condizioni orografiche, che impongono costosi terrazzamenti, il clima tipicamente mediterraneo, la natura vulcanica del terreno, rendono l’ambiente della Penisola decisamente originale e “tipico”, come “tipico” è l’olio che vi viene prodotto.