Rinviate le proposte per dimezzare i pesticidi in Europa
Rimandata a data da destinarsi la presentazione del pacchetto di leggi. E l’osservatorio europeo delle lobby accusa le industrie di approfittare delle guerra per fare pressioni politiche.
Il 23 marzo si attendeva la presentazione delle nuove direttive per dimezzare l’uso dei pesticidi nella Ue.
La presentazione è stata rimandata a data da destinarsi a causa di altre priorità conseguenti all’incertezze geopolitica attuale.
Il Corporate Europe Observatory accusa le lobby di approfittare della guerra per contrastare gli obiettivi sostenibili.
Era prevista per il 23 marzo, ma la Commissione europea ha deciso di rinviare – a data da destinarsi – la presentazione del pacchetto di leggi “a protezione della natura” che contiene le nuove proposte per raggiungere l’obiettivo dichiarato nel Green deal – in particolare nelle strategie Farm to Fork e Biodiversity – di ridurre del 50 per cento l’utilizzo dei pesticidi nell’Unione europea entro il 2030.
Come ha riportato Euractiv.com, il commissario per la sicurezza alimentare Stella Kyriakides, interrogata sulla questione durante l’incontro dei ministri dell’agricoltura Ue lo scorso 21 marzo, avrebbe dichiarato: “Si potrebbe sostenere che l’incertezza geopolitica generalizzata non consente a questa proposta sull’uso sostenibile dei pesticidi lo spazio politico di cui ha bisogno per ulteriori discussioni e riflessioni adeguate”.
Pesticidi, l’accusa alle lobby: “Usano la guerra per minare gli obiettivi green”
Le conseguenze del conflitto russo-ucraino mettono dunque un nuovo freno alla transizione agroecologica dell’Unione europea dopo la decisione di estendere la produzione agricola alle aree ecologiche (Efa). Diversi stati membri concordano sulla sospensione degli obiettivi di stabilità per favorire la sicurezza alimentare mentre un nuovo rapporto di Corporate Europe Observatory accusa le lobby agroindustriali di approfittare della guerra per contrastare le politiche green della Ue.
“È vergognoso che la guerra in Ucraina e la crisi alimentare vengano strumentalizzate per favorire le solite lobby, invece di rappresentare una spinta propulsiva per rendere la nostra produzione alimentare indipendente da combustibili fossili, pesticidi e fertilizzanti, limitando il consumo di carne ed eliminando gli allevamenti intensivi e le conseguenti massicce importazioni di mangimi”, ha dichiarato anche Eleonora Evi di Europaa Verde.