“Pollo pazzo”: dilaga l’epidemia
nei Paesi asiatici
e con essa la paura
Nello scalo romano sono entrate in vigore le misure di controllo su passeggeri e merci provenienti dalle zone a rischio dell'influenza aviaria. Verifiche sui voli dalla Cina e dalla Russia.
'Se uno dei viaggiatori accusa problemi polmonari – spiegano all' Ufficio Sanita' aerea – scatterebbe subito il ricovero.
I controlli si estenderebbero anche a chi occupava le file di posti subito avanti e dietro'.
Prevista anche la distruzione di eventuali generi alimentari di origine aviaria da zone a rischio.
Intanto le autorita' veterinarie del Kazakistan hanno registrato tre nuovi casi di influenza aviaria nel villaggio di Nalobino, nel nord del Paese, a ridosso del confine con la Russia.
"Esami di laboratorio condotti sul sangue di sette volatili morti tra il 15 e il 16 agosto hanno rilevato anticorpi dell'influenza aviaria in tre casi", ha fatto sapere il ministero dell'Agricoltura.
Il villaggio, che e' il settimo nell'Asia centrale a essere interessato dal virus, e' stato messo in quarantena.
Non e' stato ancora chiarito, pero', se questi ultimi casi sia riconducibili al ceppo H5N1 dell'influenza aviaria, quello pericoloso per l'uomo.
Intanto, in seguito all'allarme lanciato dall'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms) sul rischio che il virus varchi i confini del Sudest asiatico, Olanda e Germania hanno deciso di vietare provvisoriamente l'allevamento di polli all'aria aperta: una misura preventiva tesa a impedire un contatto con uccelli migratori provenienti da Russia e Kazakistan -il cui arrivo e' previsto per la meta' di settembre- che porterebbe alla diffusione del virus in Europa.
Il ministero dell'Agricoltura tedesco ha gia' pronto il regolamento d'emergenza, il governo deve solo decidere se e come metterlo in atto. Il ministero dell'Agricoltura olandese, invece, ha annunciato che il provvedimento entrera' in vigore da lunedì 22 agosto.
Da questa data, i polli olandesi dovranno restare in gabbia e rimanere dentro gli allevamenti per limitare il rischio di trasmissione dell'influenza aviaria, durante il periodo di migrazione degli uccelli.
La misura, annunciata nei giorni scorsi, e' stata confermata oggi dal ministro dell'agricoltura olandese, che non ha pero' precisato la durata della misura d'emergenza.
La paura di una nuova ondata dell'epidemia del virus dei polli che nel 2003 provoco' la morte di un veterinario olandese, ha indotto le autorita' dell'Aja a mettere sotto chiave il pollame del paese per evitare che uccelli migratori possano trasmettere il virus-killer ad alta virulenza, l'H5n1.
Dal sud-est asiatico, dove ha fatto oltre 50 morti, il virus dell'influenza aviaria e' stato rilevato in Russia e Kazakhstan dal 12 agosto scorso.
In Europa l'ultima grande epidemia risale al 2003.
L'Olanda fu tra i paesi piu' colpiti dal virus diffusosi nel centro-Europa e che porto' alla soppressione di oltre 33 milioni di volatili con costi diretti e indiretti per 524 milioni di euro.
Alcuni anni prima, nel periodo 1999-2000, per debellare la malattia in alcune regioni del Nord Italia – in questo caso il virus era a bassa patogenicita' – fu necessario sopprimere 14 milioni di volatili con costi superiori ai 500 milioni di euro.
Dopo le notizie giunte da Mosca, Bruxelles e' corsa ai ripari e dal 12 agosto le frontiere dei 25 stati membri sono chiuse a tutti i prodotti e i tipi di pollame provenienti dalla Russia e dal Kazakhstan, comprese le piume e gli uccelli da voliera.
Di fatto sono gia' 11 i paesi extra-Ue che non possono piu' esportare pollame o prodotti derivati in Europa.
Oltre a Russia e Kazakhstan il bando interessa anche Corea del Nord, Thailandia, Cambogia, Indonesia, Laos, Pakistan, Cina, Vietnam e Malesia.
La situazione sara' riesaminata dal veterinari dei 25 stati europei il prossimo 30 settembre.
L'OMS (Organizzazione mondiale Sanità)ha avvertito che, in caso di epidemia, i vaccini contro il ceppo H5N1 dell'influenza aviaria non sarebbero mai abbastanza. "La capacita' di produzione dei vaccini e' insufficiente rispetto alle esigenze che si presenterebbero in caso di epidemia e non puo' essere incrementata in tempi brevi", e' scritto nel bollettino epidemiologico settimanale dell'organizzazione.
"Dato che l'attuale capacita' di produzione del vaccino anti-influenza e' limitata" prosegue il bollettino,
"ogni iniziativa volta alla produzione su larga scala di un vaccino contro l'epidemia da H5N1 prima ancora dell'effettiva diffusione della stessa, comprometterebbe la capacita' di produzione di vaccini contro l'influenza stagionale", la quale, stando ai dati dell'Oms, provoca ogni anno la morte di 250-500mila persone.
Agi Europa