Presto la DOP per l”‘Oliva di Gaeta”
Presto anche l’”Oliva di Gaeta” sarà Dop (Denominazione d'origine protetta). E’, infatti, stato dato parere favorevole dal governo italiano e entro tempi brevi dovrebbe esserci il riconoscimento ufficiale e definitivo da parte dell’Unione europea. Ad annunciarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori la quale evidenzia che l’Italia è in procinto di rafforzare ulteriormente in Europa la sua leadership in tema di qualità e tipicità. La zona di coltivazione, produzione e confezionamento della “Oliva di Gaeta” -afferma la Cia- è rappresentata esclusivamente dai alcuni precisi territori del Lazio e Campania, in particolare delle province di Latina, Frosinone, Roma e Caserta ed è ottenuta esclusivamente dai frutti della varietà di olivo «Itrana».La polpa dell'”Oliva di Gaeta” -sottolinea la Cia- si caratterizza per il distacco dal nocciolo netto e completo, consistenza morbida, sapore tipico, lievemente amaro, acetico e/o lattico, colore da rosa intenso a violaceo. Queste peculiarità sono dovute da una situazione pedoclimatica favorevole delle zone di coltivazione degli oliveti, vocati alla produzione della “Itrana”.
Da numerose tracce presenti in vari documenti storici risalenti al Ducato di Gaeta, concernenti la produzione ed il commercio di olive (nere) da tavola, si evince -sostiene la Cia- che il territorio amministrato da tale Ducato fu la culla di origine dell'omonima oliva.
La denominazione “Oliva di Gaeta” -rimarca la Cia- può storicamente essere, quindi, ricondotta al nome del territorio di origine, per l'appartenenza all'omonimo Ducato, oltre che a quello del porto di partenza delle navi per i maggiori mercati al consumo dell'oliva nera.
Da allora la denominazione “Oliva di Gaeta” è entrata nel gergo comune di commercianti e produttori per indicare l'oliva “Itrana” nera da tavola ottenuta secondo un particolare sistema di trasformazione locale. Dal punto di vista storico, il legame tra il prodotto ed il territorio -conclude la Cia- è comprovato da numerose testimonianze documentali. Molti sono anche i riferimenti storici relativi al metodo di elaborazione delle olive nere da tavola.
Fonte: Cia