Regno Unito: nuova frontiera per il prodotto tipico italiano di qualità
Già oggi l'export dell'agroalimentare nazionale vale oltre 2,3 miliardi di sterline e si intravedono importanti margini di incremento
L'ICE (Istituto per il Commercio Estero) di Londra ha presentato a il BonTà le potenzialità del mercato inglese per le imprese dell'agroalimentare italiano
Commercializzare prodotti italiani nel Regno Unito, e a Londra in particolare, significa avere a che fare con un mercato multietnico e multiculturale, dove i consumatori inglesi si amalgamano con popolazioni musulmane, indiane e di tutta Europa. Sono quindi necessari un approccio e una strategia di marketing che consentano ai produttori italiani di affrontare la sfida posizionandosi in maniera adeguata. Questa nuova opportunità per le imprese nazionali dell'enogastronomia, che godono soprattutto nei Paesi anglosassoni di una grande considerazione in termini di qualità e sicurezza alimentare, è stata presentata a Cremona nell'ambito de il BonTà, il Salone del prodotti tipici di alta gamma, in un seminario organizzato da CremonaFiere in collaborazione con le Camere di Commercio di Bergamo, Mantova e della stessa Cremona.
Una piazza multiculturale in cui l'Italia rappresenta il 6,43% delle importazioni alimentari. Il mercato del Regno Unito è stato introdotto da Laura Bianchini, giovane manager italiana che opera sulla piazza londinese da alcuni anni e che, con la sua società Twenty Ways, sta pilotando già diversi produttori nazionali nella loro penetrazione commerciale nel Paese. A seguire, Antonietta Kelly, responsabile del comparto agro-alimentare dell'ufficio ICE di Londra, è intervenuta in videoconferenza per spiegare come lo scorso anno le esportazioni italiane di prodotti alimentari e bevande verso il Regno Unito abbiano superato la soglia dei 2,3 miliardi di sterline, rappresentando il 6,43% della quota di mercato complessiva. In evidenza la performance del vino, che con oltre tre milioni di quintali di prodotto esportato ha fatturato più di 541 milioni di sterline. La produzione italiana è leader nel mercato britannico nei settori della pasta e delle conserve di pomodoro, e detiene le migliori performance sia in termini di valore che di quantitativi esportati (con la sola eccezione del fatturato per il vino, nel quale primeggiano ancora i produttori francesi). Molto elevate anche le quote di mercato per i nostri formaggi, i salumi e l'olio d'oliva.
Twenty Ways: molte strade per avere successo sul mercato britannico. “La filosofia operativa di Twenty Ways – ha spiegato Laura Bianchini – consiste nell'individuare e selezionare in tutta Italia i prodotti più adeguati ai gusti dei consumatori inglesi; aziende che al contempo assicurino anche affidabilità e precisione nei rapporti commerciali. Il passo successivo è di lavorare sia come distributori diretti, sia come facilitatori di business, assistendo i produttori italiani nelle loro attività promozionali, a partire dalla partecipazione a fiere ed eventi di carattere commerciale. Prima delle prossime vacanze natalizie, per esempio, abbiamo organizzato un evento speciale destinato a raccogliere fondi per Amatrice, che darà vita a un mercatino natalizio di specialità italiane, che per molti, oltre che portare un risultato immediato, assicurerà anche contatti di business per il futuro”.
il BonTà: non solo produzioni di qualità, ma anche un punto di riferimento per gli operatori.
Il workshop sulle potenzialità del mercato inglese è stato inserito nel ricco programma di eventi de il BonTà, Salone delle eccellenze enogastronomiche artigianali che rappresenta anche un punto di riferimento importante per gli operatori professionali dell'agroalimentare nazionale, che possono trovare a Cremona molti spunti e iniziative a supporto dello sviluppo del loro business.
Riccardo Maruti
Ufficio Comunicazione ed Eventi
Communication and Events