“Roccaverano Dop” e sai che è formaggio di sola capra
Non più “Robiola di Roccaverano”, ma “Roccaverano Dop”. Questa la principale novità adottata dal Roccaverano nel 2023, che, nel disciplinare, specifica che si tratta di formaggio al 100% caprino che non ammette percentuali di latte di mucca o pecora. La modifica è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Commissione Europea.
“Il Roccaverano è invariato nel contenuto e nelle modalità di produzione, ma con il nuovo disciplinare il nostro Consorzio e i produttori che ne fanno parte consolidano il proprio impegno all’insegna della qualità, limitando esclusivamente a quello di capra il latte utilizzabile – dichiara Fabrizio Garbarino, Presidente del Consorzio di Tutela del Roccaverano Dop -. Non si tratta di un nuovo limite: di fatto sono anni che produciamo il Roccaverano solo con il latte di capra, quello che mancava era che il regolamento lo riconoscesse”.
“Nel nome abbiamo tolto il riferimento alla robiola, perché nell’immaginario collettivo la robiola è un formaggio molle e senza stagionatura, di latte vaccino, mentre il Roccaverano è prodotto solo con latte di capra, ha una consistenza totalmente differente dalla robiola industriale e può essere stagionato anche per 3 o più mesi”, precisa Garbarino.
Nel 2022 il Presidente dell’ONAF (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi), Pier Carlo Adami, ha consegnato al Sindaco, Fabio Vergellato, il cartello con la scritta “Città del formaggio” che è stao collocato all’ingresso della Città e duplicato sul muro della Scuola, vetrina dedicata alla Roccaverano Dop, in una delle più belle piazze del Piemonte e cuore del paese.
«Roccaverano non è solo una cittadina, ma anche un prodotto, la Dop del suo territorio – ha dichiarato il Sindaco –. È dunque un nome che si compone di due anime, quella del luogo e quella casearia, che si fondono e si esaltano a vicenda. Per questo il riconoscimento ufficiale di “Città del Formaggio” interpreta perfettamente la simbiosi delle due essenze che vivono in noi. E siamo pronti a onorare questo premio con molteplici attività».
Il riconoscimento prestigioso accredita infatti Roccaverano come territorio profondamente legato al suo prodotto caseario principe, la Robiola, celebrato dalla Scuola e dalle numerose iniziative portate avanti dal Consorzio. Eventi che quest’anno si arricchiscono della presenza ONAF che organizzerà alcune degustazioni. A partire da quella di oggi: una degustazione di Roccaverano DOP in 3 differenti stagionature, guidata da Maestri Assaggiatori dell’ONAF della delegazione di Asti. Perché il Roccaverano DOP non è solo un formaggio fresco, ma anche stagionato e caratterizzato da aromi e sapori decisi fino al piccante, in base alla affinatura. Regina, inoltre, di tante ricette, molte ideate anche da chef stellati che hanno portato la DOP nel mondo.
«Accanto a noi sono premiati nomi blasonati, come l’Asiago o le mozzarelle di Gioia del Colle – spiega il presidente del Consorzio, Fabrizio Garbarino –. Far parte di questa rete di eccellenze ci onora e conferma il nostro posizionamento come prodotto di qualità e come territorio di interesse turistico, un binomio nel quale crediamo profondamente, così come crediamo nel valore della rete ONAF».
Non a caso, infatti, Roccaverano intende organizzare un percorso alla scoperta delle eccellenze casearie provenienti dalle altre 14 “Città del Formaggio” d’Italia raddoppiando il suo appuntamento di maggior richiamo: la storica “Fiera Carrettesca ai sapori di Robiola di Roccaverano”, che da 21 anni riunisce tutti i produttori del Roccaverano Dop nel suggestivo Parco del Castello, ai piedi della Torre Medievale. Programmata nell’ultima domenica di giugno, il 26, sabato 25 la Carrettesca sarà anticipata da un incontro con tutte le città del formaggio ONAF d’Italia, per ognuna delle quali, in collaborazione con la Delegazione ONAF di Asti, si intende mettere a disposizione uno stand in cui un Maestro Assaggiatore potrà far degustare e raccontare il prodotto che più rappresenta ogni Comune.
A questo si si aggiunge il calendario di “aziende aperte” da giugno a settembre, che consente al pubblico di entrare nella “case” della Dop, scoprire come nasce e come viene lavorata.
Il riconoscimento ONAF
Roccaverano (Provincia di Asti, Piemonte)
Fondamentale il legame inscindibile con il prodotto caseario principe del territorio: la Robiola di Roccaverano Dop. Si può notare la presenza sul territorio comunale di 10 aziende casearie.
Nel 2019 è stata aperta la Scuola della Roccaverano: all’interno di un’aula della vecchia scuola elementare c’è il primo showroom dedicato al celebre formaggio Dop.
Numerose sono le iniziative in cui la Robiola di Roccaverano è protagonista, come ad esempio la Fiera Carrettesca che si svolge tutti gli anni durante l’ultimo weekend di giugno.
Le altre “Città del formaggio” d’Italia
Agerola (Napoli, Campania)
Asiago (Provincia di Vicenza, Veneto)
Bergamo (Lombardia)
Bracciano (Provincia di Roma, Lazio)
Borgo Valbelluna (Provincia di Belluno, Veneto)
Capaccio Paestum (Provincia di Salerno, Campania)
Enna (Sicilia)
Forlimpopoli (provincia di Forlì-Cesena, Emilia-Romagna)
Gioia del Colle (Bari, Puglia)
Melle (Provincia di Cuneo, Piemonte)
Novara di Sicilia (Provincia di Messina, Sicilia)
Pandino (Provincia di Cremona, Lombardia)
Perosa Argentina (Torino, Piemonte)
Santo Stefano Quisquina (Provincia di Agrigento, Sicilia)