Salame di Varzi
Italia – Il Salame di Varzi Dop è un prodotto di salumeria, crudo e stagionato, insaccato a grana grossa, ottenuto da un impasto di carne suina magra e grasso proveniente da animali certificati come suini pesanti italiani.
La zona di produzione del Salame di Varzi Dop raggruppa i territori di 15 comuni dell’Oltrepò Pavese montano della provincia di Pavia, nella regione Lombardia. I suini da cui si ottiene il prodotto sono, nati, allevati e macellati nei territori delle regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna.
I tagli di carne magra selezionati sono: spalla, coscia, lonza, filetto e coppa, opportunamente snervati e sgrassati. Il grasso è esclusivamente quello del guanciale, della testata di spalla, della pancetta, del culatello e del lardello. Ogni 100 kg di tagli magri, possono essere aggiunti al massimo 30 kg di grasso. La carne viene macinata in tritacarne avente fori non infieriori a 12 mm; viene poi condita con la miscela di salagione composta da sale marino, pepe e un infuso di aglio in vino rosso filtrato. L’impasto di salame viene insaccato nel budello naturale di maiale, forellato e legato con spago a maglia fitta. I salami di diametro fino a 50 mm e peso fino a 0,5 kg possono essere legati con spago singolo anziché a maglia fitta. L’asciugatura è un’operazione molto importante per l’avvio del processo naturale di lenta acidificazione e successiva disidratazione e dura 7-8 giorni. La stagionatura ha luogo nelle antiche e caratteristiche cantine varzesi. La durata di questa fase varia tra i 45 e i 180 giorni, in funzione del formato del prodotto.
Il Salame di Varzi Dop ha forma cilindrica, consistenza tenera e peso da 100 g a 2 kg e oltre. Al taglio si presenta di colore rosso vivo, inframmezzato dal bianco del grasso. Il sapore è dolce e delicato; l’aroma è fragrante e caratteristico, strettamente influenzato dal periodo di stagionatura.
L’origine del Salame di Varzi Dop è antica. Alcune fonti riferiscono infatti di come i Longobardi avessero diffuso la tecnica, prima di allora sconosciuta, dell’insaccare la carne di maiale. Questo popolo nomade sentiva già allora la necessità di disporre di un prodotto a lunga conservazione. Nel XIII secolo i Marchesi Malaspina, indiscussi signori di questo territorio, lo presentavano agli ospiti della propria tavola come pietanza eccezionalmente prelibata. In seguito i mercanti, attraverso la via del sale che collega la pianura padana al mare, portarono questo prelibato salame sui mercati di tutta Europa. È inoltre certo e documentato che, nei secoli successivi, il salame si inserì perfettamente nella parca mensa degli umili contadini.
Se acquistato già affettato, il Salame di Varzi Dop deve essere conservato in frigorifero, in un contenitore sigillato e deve essere consumato in breve tempo. In ogni caso è opportuno affettare il prodotto poco prima di portarlo in tavola. Come tradizione insegna, il taglio delle fette deve avvenire in obliquo, “a becco di clarinetto”, per ottenere la caratteristica forma non tonda e di adeguato spessore, né sottile né troppo spessa: lo spessore non deve essere superiore alla dimensione di un chicco di pepe nero. Può essere consumato da solo o con verdure sott’olio, formaggi e frutta fresca e lo si può abbinare a vini rossi frizzanti o allo spumante.
Il prodotto è immesso in commercio come Salame di Varzi Dop. In base alla stagionatura e al diametro, si distinguono le tipologie: Filzetta, Filzettone, Sottocrespone a budello semplice, Cucito a budello doppio, Torto o Salametto. E’ commercializzato anche in pezzi singoli, confezionato sottovuoto o in atmosfera modificata, intero, a tranci, o affettato.
Il Salame di Varzi Dop deve le sue caratteristiche al microclima della zona di produzione. La presenza del torrente Staffora, il connubio fra la brezza marina proveniente dalla vicina Liguria e le fresche correnti che spirano a valle dalle montagne circostanti costituiscono gli elementi ideali per favorire un corretto processo di stagionatura degli insaccati.
Fonte: Qualigeo