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Studi sull’Alzheimer pongono nuovi dubbi sulla prevenzione

Omega 3, attività fisica, cruciverba e sudoku faranno pure bene, ma non sono in grado di prevenire né la malattia di Alzheimer, la più diffusa forma di demenza senile che colpisce circa 26 milioni di persone in tutto il mondo, né il declino cognitivo che la precede.

La notizia arriva da uno studio statunitense pubblicato da un panel di esperti sulla rivista Annals of Internal Medicine. Il gruppo di studiosi, convocati dal National Institutes of Health, spiega che non ci sono sufficienti prove scientifiche che sudoku, attività fisica e alimentazione sana possano prevenire il declino cognitivo. La conclusione della ricerca è probabilmente deludente e non può che scoraggiare, come spiega Carl Bell, uno dei membri del panel, direttore dell'Institute for Juvenile Research e docente di psichiatria e salute pubblica dell'University of Illinois di Chicago: ''Abbiamo seguito la scienza", dice, spiegando che per giungere alla conclusione della presunta inutilità dello stile di vita come strategia anti-Alzheimer hanno applicato rigorosi standard scientifici ai diversi studi che trattavano l'argomento.

Qualche membro del gruppo di esperti è però ancora convinto che possa esserci qualche speranza di prevenzione attraverso lo stile di vita: "Questi risultati non indicano che le cose non potranno cambiare in futuro – conclude Martha Daviglus, docente di Medicina preventiva della Northwestern University Feinberg School of Medicine -. Proprio ora la ricerca viene condotta in settori promettenti come gli omega 3, l'attività fisica, e l'impegno cognitivo". Il consiglio? Nel dubbio, tenere corpo e mente allenati e seguire un'alimentazione sana. Non può che far bene. Tentar non nuoce. (ASCA)