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Sugli Ogm stop dell’Ue a scelta dei singoli Stati

Lo scorso aprile la Commissione europea aveva proposto di lasciare libero arbitrio agli Stati Membri nel decidere se mettere al bando al loro interno oppure no gli OGM, anche quelli autorizzati dalla UE. Ora però tutto sembra bloccarsi: dalla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo arriva il primo no alla proposta e a larga maggioranza.
Voti a favore solo 8, 28 i contrari e 6 le astensioni, così si è conclusa la seduta. Quello che sorprende è che il ministro dell’Agricoltura italiano, Maurizio Martina, aveva dato parere contrario all’ultimo Consiglio dei ministri dell’Agricoltura europei e che i Verdi sono d’accordo con la sua posizione. José Bové, europarlamentare dell’area dei Verdi dal 2009, sostiene che la proposta così com’è creerebbe un vero e proprio:
Disastro generale, dimenticando cinicamente che le merci circolano liberamente da un Paese all’altro e non possono essere controllate.
Sostiene invece come in Europa serva rilanciare le colture proteiche per sganciarsi dalla dipendenza dall’importazione di soia OGM. Preoccupazioni condivise da Albert Dess, relatore in Commissione Agricoltura, che definisce “irrealistico” l’approccio della Commissione europea alla questione e spiega gli effetti che l’economia agricola subirebbe se questa linea passasse:
Abbiamo diversi settori nell’UE che si appoggiano in gran parte all’import di mangimi OGM e non sarebbero in grado di sopravvivere se questi fossero banditi.

I punti per cui la proposta si è “inceppata” sarebbero: la definizione di “uso” di questi organismi; l’assenza di una valutazione di impatto e le motivazioni che uno Stato deve addurre per dire no al biotech pur rimanendo nell’ambito delle regole del mercato interno dell’UE e di quello dell’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio).
La partita non è chiusa: il 12 ottobre verrà chiamata a pronunciarsi anche la Commissione Ambiente, ma i risultati ottenuti venerdì scorso fanno presagire che si continuerà in questa direzione e che alla Commissione non resti altro che presentare una nuova proposta.