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Torna lo spettro “mucca pazza”

Sono stati abbattuti ventun animali "coorte" di bovini in un allevamento del reggiano dove un animale e' risultato positivo alla Bse. Gli animali abbattuti sono nati nei dodici mesi precedenti e successivi alla nascita di quello positivo alla Bse (o sua progenie).
Questo e' stato il primo caso di Bse in provincia di Reggio Emilia dopo 20 mesi senza segnalazioni ed e' stato il quarto in Italia nel 2005 (gli altri tre a Brescia, Cuneo e Bergamo).
Il fatto desta comunque una certa preoccupazione, anche perché proprio nei giorni scorsi vi è stato il via libera "scientifico" al ritorno della fiorentina sul piatto degli italiani, a condizione che provenga da manzi la cui eta' non supera i 21 mesi.
Il commissario europeo alla salute Markos Kyprianou mette pero' subito in guardia contro decisioni rapide: sulla questione – dice – ci pronunceremo "entro la finedell'anno".
Insomma, dopo anni di attesa, si inizia ad intravedere realmente la fine del tunnel, per la pregiata bistecca con l'osso, al bando in Europa dal 31 marzo 2001 per lottare contro la diffusione del morbo della mucca pazza.
Il parere espresso oggi dall'Autorita' europea per la sicurezza alimentare (Efsa) offre infatti alla Commissione europea la base scientifica da tempo attesa per poter presentare ai 25 partner europei delle proposte concrete, per innalzare l'eta' della soppressione della colonna vertebrale nei bovini (attualmente e' di 12 mesi), salvando di conseguenza la costata.
Il commissario Kyprianou si muove con prudenza, sa che il terreno e' insicuro a causa della posizione di alcuni stati membri, come la Germania, contrari a modificare l'arsenale di misure contro la mucca pazza per timore di indebolire l'intero impianto di prevenzione.
La stessa Commissione Ue riconosce pero' che il morbo della mucca pazza e' ormai sotto controllo. Nel loro parere gli scienziati dell'Efsa precisano che ''dal 2001 sono stati segnalati soltanto 4 casi di encefalite spongiforme bovina (Bse) sotto i 35 mesi e che nel periodo dal 2001 a 2004 l'eta' minima degli animali che ogni anno sono risultati affetti dalla malattia e' aumentata costantemente da 28 a 42 mesi''.
Gli scienziati ritengono che i manzi con la Bse in incubazione ''probabilmente diventino infettivi a uno stadio piu' tardivo rispetto a quello che si pensava prima''.
Tenendo conto di tutte le informazioni scientifiche in loro possesso il gruppo degli esperti dell'Efsa ha concluso che: se si porta a 30 mesi l'eta' a cui devono essere eliminati i materiali molli a rischio (tra cui la colonna vertebrale e quindi la costata ndr.) si avrebbe un margine di sicurezza considerevole ma non assoluto. Se invece si porta a 21 mesi tale limite di eta', si coprirebbero anche gli animali piu' giovani risultati affetti dalla malattia dal 2001, da quando cioe' e' iniziato il monitoraggio, il che sarebbe piu' prudente''.
Questo significa che le carte in regola sulla sicurezza alimentare ora ci sono per modificare le norme Ue in vigore. Kyprianou dice di essere ''consapevole dell'interesse dell'Italia per la questione'' ma al momento preferisce non prendere posizione dando un colpo al cerchio e uno alla botte: ''Tutte le proposte che eventualmente noi faremmo – fa sapere – terranno conto sia dei miglioramenti nell'evoluzione del rischio, sia del bisogno di garantire un alto livello di protezione della salute pubblica in Europa''.