Tutti i numeri di “Slow Fish” 2009
Al loro debutto a Slow Fish, gli stand dedicati al Cibo di strada hanno tutti riscosso un notevole successo di pubblico. Primo a chiudere per esaurimento del prodotto, il Presidio dei cicciarelli di Noli: gli ultimi pesciolini fritti sono stati venduti nel pomeriggio di domenica. Ben 16, invece, i quintali di muscoli alla marinara proposti dalla Cooperativa Mitilicultori di La Spezia, da sempre presente alla manifestazione, ma per la prima volta dotata di una cucina. Millecinquecento le persone che tra sabato e domenica hanno preso d’assalto lo stand della farinata, proposta nella versione classica ma anche in diverse varianti. La più richiesta, visto il contesto, è stata inevitabilmente quella con i muscoli. Alto l’interesse del pubblico italiano e straniero ma, a detta dei responsabili della farinateria di La Spezia, la maggiore soddisfazione è stato aver vinto la diffidenza dei genovesi, che spesso considerano la farinata come una loro esclusiva.
Un altro spazio che ha superato per presenze ogni più rosea aspettativa è stato quello dei Panini d’aMare, dimostrazione di quanto sia possibile nobilitare un prodotto spesso dequalificato come un panino utilizzando materie prime d’eccellenza, a cominciare dal pregiato pane di Vinca. Nei primi tre giorni sono stati venduti oltre 3700 pezzi: quello esaurito in più breve tempo (domenica, cinque vassoi nell’arco di 10 minuti) è stato il panino con la ricciola cruda. Molto apprezzati anche i prodotti della laguna di Orbetello e i branzini del Tigullio.
Quanto ai Presìdi, sono parecchi gli stand che hanno dovuto chiudere i battenti con un giorno di anticipo per essere riusciti a vendere tutti i loro prodotti. Tra questi spiccano le richiestissime ostriche inglesi del fiume Fal (Presidio Slow Food): non solo tutto esaurito già domenica sera, ma grande interesse da parte dei visitatori e dei media italiani.
Il mercato ha vissuto anche un momento “privato” di amicizia e di scambio nella migliore tradizione di Terra Madre attraverso la Cucina dei Presìdi, coordinata dallo chef Salvatore Toscano dell’osteria Mangiando mangiando di Greve in Chianti (Fi) e all’interno della quale si sono alternate con i loro prodotti comunità del mare provenienti da diverse parti del mondo. L’incontro tra culture e cucine, per gioco o per necessità, ha dato vita a curiosi incroci che hanno certamente arricchito l’esperienza dei partecipanti: dal baccalà della Norvegia preparato alla livornese, al polpo alla galiziana utilizzato anche come condimento per un’italianissima pasta.
A proposito di incroci gastronomici, lo stand siciliano ha visto la nascita di un nuovo tipo di arancino. Il “prototipo”, che sarà presentato al pubblico in occasione di Slow Food on Film (la manifestazione cinematografica che si svolgerà a Bologna dal 6 al 10 maggio prossimi), prevede un insolito ripieno a base di sugo, piselli e acciughe, ingredienti della nocca, uno dei più classici e apprezzati condimenti per la pasta catanesi.
Ma Slow Fish non è stata solo mercato e osterie, e il pubblico sembra aver ben recepito il messaggio di quanto sia importante l’educazione alimentare: basti pensare che quasi tutti i Laboratori del Gusto sono andati esauriti. Ottima la risposta anche per quello che riguarda i Master of Food. «Io ho partecipato per curiosità – dice Christian Sigalu di Luogosanto (Ot) – ed è stata un’esperienza rituale e interessante. Ho imparato cose utili nella quotidianità, quali l’importanza della stagionalità del pesce e le tecniche di sfilettatura. Sono sicuro che d’ora in poi acquisterò pesce buono e nutriente spendendo un quinto in meno rispetto alle specie più gettonate».
Il successo di Slow Fish è merito delle iniziative e delle idee che attraverso esso vengono veicolate, ma anche dell’apporto fondamentale dei tanti volontari presenti: 110 soci Slow Food, provenienti da otto regioni. Tra questi, Valeria Finessi, impiegata di Ferrara: «È la mia seconda esperienza in una manifestazione organizzata da Slow Food e quest’anno mi sono occupata dell’accoglienza dei soci. Mi piace l’atmosfera che si respira, condivido da tempo la filosofia e seguo il movimento fin da quando si chiamava Arcigola. Quello che ho apprezzato maggiormente di Slow Fish è stato il coinvolgimento delle scuole, perché l’educazione al gusto fin da bambini è molto importante».
E proprio restando in tema di scuole, non si può non sottolineare l’importante supporto dato nell’ambito Teatro del Gusto da parte degli studenti del CSEA di Ivrea (To) e dell’Istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione di Mondovì (Cuneo).
Ufficio Stampa Press Office Slow Fish