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Tutti i numeri di “Vinitaly 2007”

Incremento del 15% degli operatori esteri che hanno raggiunto le 38 mila presenze (erano 33 mila nel 2006) su 150 mila totali (+4% rispetto all’edizione precedente) da oltre 100 Paesi, oltre a 2.600 giornalisti da 52 Paesi. Questi i dati essenziali del pre consuntivo della 41^ edizione di Vinitaly, il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati, in programma a Veronafiere dal 29 marzo al 2 aprile, al quale hanno preso parte 4.300 aziende da più di 30 Paesi su 86 mila metri quadrati netti espositivi.
«Vinitaly è l’unica manifestazione al mondo che può vantare trend di crescita degli spazi venduti negli ultimi anni superiori al 5%, contro l’1-2% di altre rassegne. Così come può assicurare un elevato numero di contatti per espositore, superiore a 30 contro gli 11-15 delle altre fiere e con un grado di soddisfazione degli espositori che raggiunge il 95% del totale», sottolinea il Presidente di Veronafiere, Luigi Castelletti
«La rassegna rappresenta un vero e proprio sistema integrato di promozione al servizio non solo dell’enologia nazionale, ma del sistema Paese nel suo complesso per la promozione e l’internazionalizzazione delle imprese italiane che mette a frutto la sua esperienza e i suoi contatti tutto l’anno – evidenzia Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Sono in avanzata fase di organizzazione tutte le tappe estere del 2007. Dopo l’India nel gennaio scorso, alla Russia in giugno a Mosca e San Pietroburgo seguiranno il Vinitaly US Tour a ottobre con tappe a Chicago, Los Angeles e San Francisco, Vinitaly Japan a Tokio a fine novembre e subito dopo Vinitaly China a Shanghai».
L’impressione di mercato espressa prima dell’inizio della rassegna da un campione di buyer di vari Paesi sulle possibilità di export dell’Italia del vino viene quindi confermata dalla presenza per la prima volta durante la rassegna di un numero maggiore rispetto al passato di importer indiani, giapponesi, russi e dell’est europeo, oltre a quelli tradizionali.
La soddisfazione degli espositori emerge dalle loro dichiarazioni.
Per Gianni Zonin il «bilancio è molto positivo. Pensavamo che vista la concomitanza di Vinexpo sarebbe stato un Vinitaly in tono minore, invece ha superato pure l’edizione dello scorso anno, con una grande presenza di operatori professionisti, che sono quelli che noi vogliamo».
Sulla stessa linea Piero Mastroberardino, presidente di Federvini: «Quantità e qualità dei contatti commerciali è stata ottima da Nord America, Cina, Giappone, Russia, ma anche da Paesi di nicchia come le Maldive. Una sorpresa è stata la presenza di molti scandinavi, nonostante si sia svolto solo poco tempo fa un evento internazionale geograficamente più vicino all’Europa del Nord».
«Una fiera energetica – così l’ha definita Andrea Sartori, presidente di Uiv – con contatti molto buoni da est europeo e Nord America».
“Vinitaly – ha dichiarato Tiziana Frescobaldi, dell’omonima cantina – si conferma un evento al quale non si può mancare. Il nostro stand ha spesso fatto registrare il tutto esaurito. Alto il livello dei clienti sia dall’Italia che da alcuni Paesi emergenti come Russia, India, Pakistan, Medio Oriente. Molti da Germania, Regno Unito, Svizzera e tanti dai Paesi dell’Est, Bulgaria, Romania, Polonia, Turchia, Cipro e questo soprattutto i primi due giorni, ma con picchi anche nei giorni successivi. Siamo felici di questo, perché è segno che le cose stanno andando bene commercialmente».
Riconosciuta anche la «crescita di servizi e programmazione, che – ha affermato Giacomo Rallo di Donnafugata – hanno permesso a Vinitaly di diventare l’unica manifestazione al mondo ad essere riuscita a coniugare in modo positivo i contatti business to business e quelli business to consumer rivolto a un consumatore molto attento».
Sintetizza i concetti Michele Bernetti della Umani Ronchi: «Quest’anno è andata molto bene, ci sono stati moltissimi operatori di cui molti stranieri. La fiera è stata più interessante degli altri anni, è migliorata anche dal punto di vista organizzativo con tutto il materiale necessario arrivato con un buon anticipo».
D’accordo anche Sandro Chia di Castello di Romitorio – Montalcino: «Impressione totalmente positiva, c’è stato un avanzamento sia nella professionalità che nello stile. Tantissimi gli stranieri, ho parlato quasi sempre in inglese e gli operatori avevano interessi genuini e pratici».
Anche per Jacopo Biondi Santi di Castello di Montepò quest’anno è stato un Vinitaly importante: «Ci sono stati – ha detto – molti più contatti dell’anno scorso e ho visto molti stranieri, in particolare cinesi e indiani».
Altro aspetto positivo segnalato è il successo degli appuntamenti formativi realizzati a cura di Vinitaly. “Ho apprezzato molto – ha detto per tutti Angelo Gaja – i focus di approfondimento sui mercati esteri, ma anche i contatti commerciali esteri, con i primi due giorni eccellenti dal punto di vista del business».
«Forte la presenza di operatori molto attenti al progetto di marketing territoriale – ha detto Gianluca Bisiol, che segnala molti contatti qualificati con operatori americani, anglosassoni e asiatici, specie indiani.»
Sulla linea di attenzione al territorio anche la dichiarazione di Luigi Pasetto, presidente del Settore vitivinicolo di Fedagri e della Cantina sociale di Soave: “Vinitaly – ha detto – dà soddisfazione anche alle cantine cooperative, che come quella di Soave, sono state premiate per la qualità raggiunta e possono qui presentare ai buyer stranieri vini diversi perché più legati al territorio”.
Non sono solo i grandi nomi dell’enologia italiana ad essere contentati. La ripresa dell’export interessa pure i vini meno noti, infatti i buyer stranieri sono stati molto attivi nella ricerca di nuovi prodotti e partner commerciali in regioni come Campania, Marche, Basilicata, Liguria, Trentino-Alto Adige, Puglia, a premiare la qualità globale del vigneto Italia.
«La sintesi di questo Vinitaly è stata innovazione e concretezza. Il successo è dato soprattutto dal numero dei contatti di affari che le aziende espositrici hanno avuto – ha spiegato Flavio Piva, condirettore generale e direttore mercato di Veronafiere -, proprio con buyer e operatori provenienti da tutto il mondo che hanno dimostrato un interesse crescente per i vini italiani e per quelli dei nostri espositori esteri cresciuti in numero e presenze».

Comunicato stampa del Servizio Stampa Veronafiere