Valdemone
Valdemone (DOP) Reg. CE n. 205 del 4.02.05 (GUCE L. 33 del 5.02.05)
L’olio extra vergine di oliva Valdemone possiede le seguenti caratteristiche:
— colore: da verde con tonalità gialle a giallo oliva;
— aspetto: da limpido a leggermente velato;
— fruttato: la sensazione olfattiva mette in risalto il profumo più o meno intenso delle olive appena
raccolte accompagnato sempre da sentori di erbe, foglie e fiori di piante spontanee presenti nel
corteggio floristico degli oliveti della provincia di Messina;
Al gusto, l’olio Valdemone ribadisce le percezioni olfattive con una sensazione di olive fresche appena raccolte contrastata, in minor misura, dall’amaro; le sensazioni retrolfattive che accompagnano più o meno nettamente l’olfatto ed il gusto dell’olio Valdemone sono la mandorla,
la frutta fresca, il pomodoro, il cardo;
La zona di produzione e trasformazione delle olive, destinate all’ottenimento
dell’olio extravergine di oliva Valdemone, comprende i territori di tutti i comuni della Provincia di
Messina, nella Regione Sicilia, eccezion fatta di Floresta, Moio Alcantara e Malvagia.
Con il termine Valdemone s’identifica un’antica circoscrizione amministrativo
finanziaria della Sicilia nord orientale nel periodo compreso tra il Medioevo sino al 1812.
Il suo nome antico era «Vallis Nemorum», dovuto alla ricchezza forestale della regione. Il territorio si estendeva lungo il Mare Tirreno fino al Fiume Grande e lungo il Mar Ionio fino a Taormina e,secondo i censimenti del 16° secolo, misurava circa 6 500 km2 e contava su una popolazione di 250 000 abitanti. Nell’interno il confine correva lungo la base dei rilievi montuosi sino a raggiungere la valle dell’Alcantara ad est e la fiumara del Pollina ad ovest.
La Valdemone, insieme alla Val di Mazara ed alla Val di Noto, era presa a riferimento da geografi, storici, economisti e politici del passato.
L’olivo, insieme alla vite, il mandorlo, il carrubo, può essere considerata pianta endemica della Sicilia.
Introdotta nell’isola dai Fenici, si è espansa con la dominazione dei Greci nel 500 a.C. andando ad occupare territori difficili.
Gli stessi popoli si occuparono della commercializzazione dell’olio in tutto
il mediterraneo attraverso navi appositamente equipaggiate per contenere le anfore di terracotta,
idonee al trasporto del prezioso prodotto. Successivamente, anche i Romani rafforzarono sia la coltura dell’olivo che il relativo commercio dell’olio.
Lo sviluppo dell’olivicoltura nella Valdemone e la sua importanza economica e sociale sono testimoniati,
in epoche relativamente più recenti, dalla esistenza nel 1507 di ben 8 trappeti (frantoi) nel
solo comune feudale di Samperi. All’epoca, i grossi feudatari concedevano ai sudditi di raccogliere
solo una minima parte del prodotto o di usufruire dell’olio di seconda estrazione, tanto era forte
l’interesse verso l’olivicoltura.
I dati produttivi e l’estensione della coltura nel territorio sono documentati
con particolare certezza dal 1853, dove la locale Camera di Commercio indicava una superficie olivetata di 10 891 ettari. La stessa Camera nel 1891 indicava una superficie olivetata di 38.565 ettari, con una produzione media di olio di 138. 935 ettolitri. L’aumento della produzione di
olio incrementò l’attività di esportazione di tale prodotto nei mercati internazionali quali: USA, Gran
Bretagna, Russia e Olanda favorita dalla presenza dell’importante porto commerciale di Messina.
Ai giorni nostri, la superficie olivetata è di circa 40 000 ettari, di cui il 40 % situato in territorio collinare superiore ai 300 m s.l.m., un altro 40 % situato in bassa collina ed il restante 20 % nelle zone
litoranee.
La produzione complessiva annuale della Valdemone è di circa 8 000 q di olio.
Le operazioni di produzione, trasformazione ed imbottigliamento sono effettuate nell’ambito territoriale delimitato. Le ragioni per le quali anche l’operazione di imbottigliamento è effettuato nella zona delimitata derivano dalla necessità di salvaguardare le caratteristiche peculiari e la qualità dell’olio Valdemone, garantendo che il controllo effettuato dall’Organismo terzo avvenga sotto la vigilanza
dei produttori interessati. Per questi ultimi, la Denominazione di Origine Protetta riveste una importanza
decisiva ed offre, in linea con gli obiettivi e l’orientamento del medesimo regolamento, un’occasione
di integrazione del reddito. Inoltre, tale operazione è tradizionalmente effettuata nella zona geografica delimitata.
L’olio extravergine di oliva Valdemone è ottenuto dalle varietà di
olivo: Santagatese, Ogliarola Messinese e Minuta presenti negli oliveti, da soli o congiuntamente, nella misura minima del 70 %.
Le varietà di olivo: Mandanici, Nocellara Messinese, Ottobratica, Brandofino,Verdello, possono essere presenti negli oliveti fino ad un massimo del 30 %.
Le tecniche colturali adottate per la coltivazione dell’olivo sono di tipo tradizionale con impianti
allevati generalmente a globo, vaso globoso o con forma libera e le operazioni di potatura effettuati
con una periodicità minima biennale.
L’epoca di raccolta delle olive è compresa tra ottobre sino a gennaio di ogni anno, la raccolta delle
olive va effettuata direttamente dalla pianta, a mano o con l’ausilio di mezzi meccanici.
È vietato l’impiego di prodotti cascolanti e non sono ammessi altri metodi di raccolta che possono danneggiare le olive o determinare il contatto del frutto con il terreno.
Le olive appena raccolte vanno messe in
cassette di plastica finestrate, ben arieggiate. Per il trasporto si possono usare anche cassoni di plastica
di maggiore capacità.
Le olive devono essere prive di imperfezioni (attacchi di mosca e tignola) che potrebbero influenzare negativamente la qualità dell’olio.
La trasformazione delle olive deve essere effettuata non più tardi di due giorni dalla raccolta.
La produzione massima di olive per ettaro è fissata in 60 quintali nel caso di oliveti tradizionali e in
100 quintali per ettaro nel caso di impianti intensivi.
L’estrazione dell’olio avviene unicamente presso gli impianti di molitura (frantoi) presenti in zona previ defogliazione e lavaggio delle olive.
L’operazione di molitura avviene con il controllo della temperatura che non deve superare i 28-30 °C. I
frantoi tradizionali possono essere a 2-4 macine.
Nei frantoi a molazza, i tempi di lavorazione sono di 20-30 minuti, mentre con i frangitori sono
dell’ordine di un minuto; tali tempi di lavorazione variano in funzione del grado di maturazione delle
olive.
La temperatura ottimale della gramolatura si aggira sui 28-30°C mentre i tempi di lavorazione sono mediamente di 30 minuti.
La resa massima delle olive in olio non supera il 24 %.
Le varietà d’olivo da cui è ottenuto l’olio extravergine d’oliva Valdemone sono varietà caratteristiche di particolari areali della Valdemone, la cui diffusione è specifica di un determinato territorio, in cui i Peloritani ed i Nebrodi, le due catene montuose più importanti della Sicilia, danno alla zona un aspetto montano e collinare, a diretto contatto con il mare.
L’abbondanza d’acqua, la fertilità del terreno, la prevalenza di suoli bruni e regosuoli, nonché, anche se in misura minore, suoli rossi, vertosuoli e suoli alluvionati determinano un habitat naturale per l’olio extravergine Valdemone, tale da acquistare una sua peculiarità.
La tessitura dei terreni risulta generalmente equilibrata
con una leggera prevalenza della frazione argillosa, e con reazione sub-alcalina.
Anche gli aspetti climatici concorrono a rendere ben riconoscibile la DOP Valdemone da tutti gli altri oli extravergine della Sicilia e del resto d’Italia.
I dati climatici si differenziano a seconda dell’altitudine; nelle zone
litoranee e di bassa collina la temperatura media annua si aggira intorno ai 18 gradi, mentre in alta
collina e negli areali più alti di coltivazione la temperatura media annua scende a valori intorno ai 15
gradi.
Il clima della zona di produzione dell’olio extravergine «Valdemone» è quello tipico mediterraneo,
caratterizzato da precipitazioni scarse nei mesi estivi e abbondanti durante le stagioni autunnali
ed invernali.
Le piante delle varietà di ulivo che concorrono a produrre la denominazione di uest’olio DOP presentano caratteristiche che non possono prescindere dal territorio collinare
messinese. Anche il fattore umano ha contribuito a migliorare le qualità organolettiche della DOP
Valdemone; infatti negli ultimi anni, l’affinamento e l’introduzione di tecniche colturali, anche biologiche e la raccolta delle olive, praticata a mano o con macchine scuotitrici e l’ausilio di tende al pedale degli alberi, hanno consentito di operare un salto di qualità per la produzione di un olio, come il Valdemone, di altissimo prestigio per le caratteristiche organolettiche determinate dalle specificità delle cultivar proprie di questo territorio, prevalentemente collinare e climaticamente omogeneo. Aspetti essenziali per determinare la qualità dell’olio «Valdemone» sono proprio i tempi di maturazione, il regime delle piogge e l’orientamento degli impianti, che possono godere allo stesso tempo di un grado elevato di insolazione e di una ventilazione adeguata e fresca, tipici della costa
settentrionale della Sicilia.
L’olivo rappresenta la principale coltura arborea diffusa nel territorio delimitato fin da tempi antichissimi;
venne introdotta nell’isola dai Fenici e poi ulteriormente espansa con la dominazione dei Greci.
I Romani rafforzarono sia la coltivazione che il commercio e durante la dominazione araba, si
assistette ad un rapido incremento delle produzioni agricole.
Tale continua alternanza di diffusione
dell’olivo, legata alle vicende storiche dell’isola, oltre che a confermare la naturale predisposizione di tale territorio alla coltivazione di tale specie arborea, trova nel fattore umano l’espressione dello
storico attaccamento alla coltura da parte degli olivicoltori locali e si manifesta nelle tradizionali
pratiche agronomiche, attente a preservare la pianta dell’olivo in quel particolare territorio.
L’olivicoltura è ampiamente diffusa in tutto il comprensorio della Valdemone interessando particolarmente
il territorio collinare interno, rivestendo importanza sia dal punto di vista economico-sociale che dal punto di vista paesaggistico ed ambientale, in virtù della sua spiccata capacità di adattamento in ambienti pedo-climatici difficili.
In questi territori l’olivo rappresenta l’unica coltura arborea possibile assieme alla viticoltura, occupando le aree marginali, che presentano elevate pendenze, difficili
da coltivare, e diventando un importante elemento del paesaggio rurale.
Il clima, dell’area è influenzato dai naturali apporti idrici determinati dalla periodicità delle piogge che
consentono all’olivo di beneficiarne nei periodi critici per la coltura stessa. Infatti, la piovosità media
annua si assesta intorno a 800 mm in tutta la lunga catena montuosa dei Peloritani e dei Nebrodi.
Il clima risulta favorevolmente influenzato dalla vicinanza del mare e dalla presenza dei rilievi montuosi,
particolarmente ricchi di vegetazione boschiva, sui quali annualmente si presentano fenomeni nevosi.
Le caratteristiche ambientali, favorevoli alla diffusione dell’olivo, unitamente alla propensione del
fattore umano verso la coltivazione di tale specie, ha fatto sì che in tale territorio nel tempo si siano
differenziate diverse varietà, che hanno preso i nomi degli areali di maggior diffusione. In particolare,
la varietà «Santagatese», che prende il nome dal comune di Sant’Agata Militello, maggiormante diffusa
nell’areale delimitato, «Ogliarola Messinese» diffusa maggiormente nei comuni del litorale Messinese,
«Minuta» diffusa maggiormente nella zona fiumare di Naso, sono la dimostrazione di una tradizione e
di una vocazione di tale territorio alla coltivazione dell’olivo.