Prodotti tipici

Valle del Belice

L’Olio Valle del Belice, è un olio extravergine a denominazione d’origine protetta della provincia di Trapani con la registrazione europea del regolamento CE n. 2325/97 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea L322/97 del 2 luglio 1997.

L’Olio extra vergine di oliva “Valle del Belice” ha le seguenti caratteristiche chimiche ed organolettiche:
– acidità max 0,5 %
– punteggio al panel test >= 7
– perossidi <= 12 Meq02/kg
– polifenoli >= 100 ppm
– colore: da verde a giallo con riflessi verdognoli
– odore: fruttato di oliva da acerbo a maturo
– sapore: fruttato da medio ad intenso; sensazione di amaro da leggero ad intenso; sensazione di piccante da leggero ad intenso
La zona di produzione della denominazione di origine protetta “Valle del Belice” interessa il territorio amministrativo dei comuni di Castelvetrano, Campobello di Mazara, Partanna, Poggioreale, Salaparuta e Santa Ninfa, siti nella provincia di Trapani, Regione Sicilia. La delimitazione della zona di produzione è indicata nel disciplinare di produzione.
Le produzioni agro-alimentari sono la principale risorsa economica della Valle del Belice e la coltivazione dell’olivo ha accompagnato la storia e lo sviluppo delle sue popolazioni. L’insediamento delle prime popolazioni in tale territorio è da legare alla nascita di Selinunte, antica colonia della Magna Grecia, fondata dai Megaresi nel VII secolo a.C. Nella antica Selinunte, l’olivo era considerato un simbolo di pace, saggezza e prosperità in relazione ai molteplici usi cui era destinato l’olio. I Selinuntini coltivarono e propagarono l’olivo colonizzando le vallate e le terre fertili dell’entroterra, producendo oli come dimostrano le macine per olive rinvenute vicino al Tempio E, risalenti al V secolo a.C. Selinunte, come racconta Plinio, divenne punto di riferimento nei commerci nella Magna Grecia e del Mediterraneo grazie alla propria potente flotta commerciale e alla natura delle derrate alimentari, vino, cereali ed olio. L’olivo negli anni rimase la coltura primaria della Valle del Belice, ne è dimostrazione la sua presenza come coltura tipica dei censi nel 1600. Ricerche storiche evidenziano che nel 1700 nella Valle del Belice si coltivava intensamente l’olivo. Tutto ciò dimostra la tradizione storica della coltura dell’olivo nella Valle del Belice e la tecnica adottata dell’innesto fa intendere che già nel 1700 si effettuava una selezione varietale, presumibilmente con la cultivar “Nocellara del Belice”, già presente in questo areale ed attualmente coltivata in maniera estensiva.
La presenza del fiume Belice, elemento di continuità che ha caratterizzato la storia, la morfologia ed il clima del territorio, consentendo l’insediamento nelle sue vallate delle antiche popolazioni, ha determinato che, storicamente ed universalmente, tale comprensorio sia individuato come Valle del Belice e legato in maniera indissolubile alla coltivazione di quella particolare cultivar di olivo.
Le operazioni di produzione, trasformazione ed imbottigliamento sono effettuate nell’ambito territoriale delimitato. Le ragioni per le quali anche l’operazione di imbottigliamento è effettuato nella zona delimitata derivano dalla necessità di salvaguardare le caratteristiche peculiari e la qualità dell’olio “Valle del Belice”, garantendo che il controllo effettuato dall’organismo terzo avvenga sotto la vigilanza dei produttori interessati. Per questi ultimi, la Denominazione di Origine Protetta riveste una importanza decisiva ed offre, in linea con gli obiettivi e l’orientamento del medesimo regolamento, un’occasione di integrazione del reddito. Inoltre, tale operazione è tradizionalmente effettuata nella zona geografica delimitata.
Le olive provengono da uliveti situati nella zona di produzione e a tal fine i produttori iscrivono i propri oliveti in un elenco debitamente attivato ed aggiornato. Le operazioni di estrazione dell’olio, di confezionamento ed imbottigliamento sono effettuate nell’ambito dello stesso territorio delimitato, da impianti ritenuti idonei ed iscritti in un elenco apposito. La struttura di controllo verifica che siano soddisfatti i requisiti tecnici richiamati dal disciplinare di produzione per l’iscrizione agli elenchi e siano espletati gli adempimenti a carico dei diversi soggetti della filiera con lo scopo di garantire la rintracciabilità del prodotto.
L’olio extra vergine di oliva “Valle del Belice” è prodotto da olive, raccolte a partire dal mese di ottobre e non oltre il mese di dicembre, della varietà di olivo “Nocellara del Belice”, presente negli impianti tradizionali nella misura minima del 70 %. Possono concorrere alla composizione dell’olio extra vergine di oliva “Valle del Belice” altre varietà coltivate nella zona di produzione quali la “Ogliarola Messinese”, la “Biancolilla”, la “Cerasuola”, la “Giaraffa”, la “Buscionetto” e la “Santagatese”. Tali varietà sono presenti in percentuali variabili, ma singolarmente o complessivamente non superano negli impianti il 30 % delle piante presenti. Negli impianti in produzione sono effettuate le tradizionali cure colturali che consistono in lavorazioni meccaniche del terreno, la concimazione di produzione, le cure fitosanitarie del tipo integrato o biologico, la potatura di produzione annuale, l’irrigazione e/o la fertirrigazione nelle zone irrigue.
La produzione di olive per ettaro non può essere superiore ai 100 quintali/ettaro negli oliveti specializzati nelle annate di carica con una resa in olio massima del 23 %.
La raccolta delle olive è effettuata a mano (brucatura) e/o con strumenti agevolatori. È consentito l’impiego di macchine per la raccolta agevolata e/o meccanica a condizione che durante l’operazione sia evitato il contatto delle drupe con il terreno, È vietato l’impiego di prodotti di abscissione. Le olive raccolte devono essere conservate fino alla fase di molitura in ambienti freschi ed aerati e molite entro due giorni dalla raccolta. È vietato il trasporto e la conservazione delle olive in sacchi di qualsiasi materiale.
L’estrazione dell’olio extravergine di oliva “Valle del Belice” avviene esclusivamente mediante processi meccanici. Le operazioni di molitura sono precedute da opportuni dispositivi che consentano la separazione delle foglie e da un accurato lavaggio delle olive. Le paste lavorate non devono superare i 30 °C. La conservazione dell’olio deve avvenire in ambienti che consentano il mantenimento di temperature costanti ed in recipienti al riparo da aria e luce.
L’areale delimitato è caratterizzato da una forte omogeneità nelle caratteristiche pedoclimatiche. La presenza del mare e del fiume Belice mitiga il clima, creando delle condizioni ambientali favorevoli alla coltura dell’olivo. Il microclima territoriale riscontrabile nella area delimitata può essere ricondotto al clima mediterraneo caratterizzato da inverni miti ed estati calde. Le temperature massime, che superano spesso i 32 °C, si verificano nei mesi di luglio ed agosto mentre la media delle temperature minime, in questo periodo, è di 24 °C. Nei mesi invernali, la temperatura minima scende raramente sotto i 0 °C. Le precipitazioni sono distribuite irregolarmente e concentrate in pochi mesi, principalmente in autunno ed in inverno. L’areale della Valle del Belice è caratterizzato da ben cinque mesi di siccità e la piovosità si attesta tra i 500 e i 700 mm/anno. La ventosità è piuttosto forte e persistente. I terreni della zona di produzione manifestano, dal punto di vista pedologico, una nota comune rappresentata dalla presenza di suoli bruni più o meno lisciviati associati con le terre rosse nelle aree litoranee e con i suoli vertici, regosuoli e litosuoli nelle aree interne. La presenza di tali condizioni ha consentito nel tempo che si sviluppasse nel territorio una cultivar autoctona, che risulta particolarmente diffusa. Le interazioni tra la cultivar “Nocellara del Belice”, il terreno ed il particolare clima della Valle del Belice sono così forti da consentire alla predetta cultivar di esplicare le sue potenzialità produttive e qualitative soltanto in tale ambiente. Gli olivicoltori della Valle del Belice hanno, nel tempo, sviluppato una tecnica colturale, più simile alle tecniche di frutticoltura che non a quelle tradizionali di olivicoltura, per valorizzare in termini qualitativi il frutto/drupa, considerata la duplice attitudine della cultivar “Nocellara del Belice”. Tali tecniche si esplicano in capacità professionali nella potatura, nella raccolta e nelle tecniche di difesa, di concimazione ed irrigazione. Ciò consente di ottenere un olio di elevato pregio, caratterizzato da bassa acidità, da una ottima conservabilità e da una pronunciata nota aromatica.