Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale
La carne di Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp è ottenuta da bovini maschi e femmine, di razza pura chianina, marchigiana e romagnola, di età compresa tra i 12 e i 24 mesi. E’ Igp con Reg. CE n.134/98 ( GUCE L. 15/98 del 21.01.1998)
La terminologia “toro bianco dell’Italia Centrale” compare per la prima volta in Giunio Moderato Columella nell’opera De re rustica del I sec. d.C. con riferimento agli esemplari dell’etrusca “Chianina” Questo nome può essere considerato la prima traccia, da cui si è originato nei secoli il termine odierno di Vitellone bianco, che comprende altre due razze bovine autoctone: la Marchigiana e la Romagnola.
Con l’uso diffuso del termine “Razze bianche dell’Italia centrale” o dell'”Appennino” si intendono le tre razze bovine Chianina, Marchigiana e Romagnola.
L’affermarsi di una terminologia comune è giustificata dalle profonde affinità e similitudini di queste razze, dipendenti dall’origine filogenetica comune e dall’omogeneità dell’area di allevamento, oltre che dalle significative caratteristiche morfologiche comuni.
L’area geografica di produzione della carne di vitellone bianco dell’Appennino centrale è rappresentata dal territorio delle province collocate lungo la dorsale appenninica del centro Italia e precisamente: Bologna, Ravenna, Forlì, Rimini, Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Teramo, Pescara, Chieti, L’Aquila, Campobasso, Isernia, Benevento, Avellino, Frosinone, Rieti, Viterbo, Terni, Perugia, Grosseto, Siena, Arezzo, Firenze, Prato, Livorno e Pisa.
Chianina, Marchigiana e Romagnola hanno una storia “agricola” simile, iniziata nell’epoca della mezzadria dove nell’area collinare dell’Italia centrale, sono state prima utilizzate per il lavoro dei campi e poi, a partire dalla metà dell’Ottocento, avviate alla selezione comeeeee razze specializzate da carne. E’ questa una delle ragioni che nel tempo ha portato a considerare queste tre razze quasi come un unico “tipo” animare, sino a raggrupparle sotto il nome di “Vitellone bianco dell’Appennino centrale”.
Il pregio e la tipicità di questa carne è dovuto sia al patrimonio genetico delle razze, sia al sistema di allevamento e di alimentazione riconducibile al sistema tradizionale della posta fissa o semilibera dei soggetti all’ingrasso. Vi è infine da precisa che i prati ed i pascoli della dorsale appenninica del centro Italia sono dotati di un patrimonio floristico tra i più variegati, per le particolari condizioni climatiche ed ambientali di questi territori.
Tutto ciò fa si che si ottengano bovini che forniscono una carne pregiata dal punto di vista nutrizionale ed organolettico. E’ da rilevare, infine che questi bovini, per tradizione vengono alimentati con le risorse aziendali.
Tutti questi fattori incidono in modo rilevante per determinarne le caratteristiche qualitative specifiche ed identificabili.
La carne del Vitellone bianco dell’Appennino centrale è ottima, oltre ai vari utilizza, alla griglia, con un filo d’olio extra vergine d’oliva a cottura ultimata.